Da oggi l’Altoforno 2 dello stabilimento siderurgico ArcelorMittal di Taranto non può essere più utilizzato, così come disposto dal giudice Francesco Maccagnano, dinanzi al quale si svolge il processo per la morte dell’operaio Alessandro Morricella, avvenuta nel giugno del 2015. Significa che l’impianto non può essere più caricato per la produzione della ghisa e dei sottoprodotti ma dovrà smaltire il residuo e osservare le procedure di spegnimento secondo un cronoprogramma che durerà circa un mese.
EMILIANO: FUTURO TARANTO PUO' PRESCINDERE DA FABBRICA - «Il Piano strategico di Taranto è il futuro di questa città a prescindere dall’Ilva. Lo so che non è attualmente possibile prescindere dall’Ilva, però vi garantisco per l’esperienza di vita e di città che ho, che Taranto ha delle possibilità straordinarie». Così il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano intervenendo a Taranto al confronto istituzionale con i sindaci del territorio sul documento generale del Piano strategico 'Taranto futuro prossimò, promosso da Regione Puglia e Agenzia regionale strategica per lo sviluppo ecosostenibile (Asset).
«Qualunque cosa accada a quella fabbrica - ha osservato il governatore - questa città ha la rabbia giusta che serve a scendere in campo per vincere; ha le competenze giuste, perché tutta questa pressione anche tecnica, tecnologica, imprenditoriale, si rispecchia in strutture e infrastrutture di livello europeo».
«Mi auguro che questa energia, che alle volte Taranto impiega nel conflitto covato e che avvelena lo spirito di ciascuno di noi - ha sottolineato - possa esplodere in una collaborazione generale di tutti i pezzi della città, e convergere verso delle 'milestones', delle pietre miliari» tra cui Emiliano ha ricordato i «Giochi del Mediterraneo».
«La sfiducia verso ArcelorMittal è ormai un dato che riguarda tutti: riguarda il governo, riguarda la Regione, riguarda la cittadinanza tarantina». Lo ha sottolineato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, rispondendo alle domande dei giornalisti oggi a margine della presentazione del Piano strategico per Taranto.
«D’altra parte - ha proseguito - non è che se non ti fidi più lo mandi a casa come se nulla fosse. E, analogamente, non è che se uno firma un contratto poi va via quando decide lui. Non serve un avvocato per capire che chi vuole sciogliere un contratto paga, e non paga solo quello che si dice ma molto di più». «Perché - ha rilevato - si tratta di aver fatto un danno enorme e di aver fatto perdere molto tempo allo Stato e a tutti noi».
«In questo contesto - ha aggiunto Emiliano - l’unità tra governo, Regione, Comune, cittadinanza e altri organi dello Stato compresa la magistratura, che hanno mostrato una immagine compatta dello Stato, secondo me può favorire una giusta composizione della vicenda».
Quanto al negoziato in corso tra governo e multinazionale, il governatore ha detto che «dobbiamo ancora esaminare nelle singole componenti questa controproposta del governo al piano industriale di Mittal», ci «si muove all’interno di una trattativa complessa»