TARANTO - Nella sua carriera scolastica, dalle elementari alle medie, non ha mai ricevuto un voto che non fosse in doppia cifra. Dieci dalla prima alla quinta, 10 all’esame di terza media, 10 di media tonda tonda per ogni di liceo al Linguistico del Ferraris e, dulcis in fundo, 100 e lode all’esame di maturità. Lorenzo Musumeci, è tra i 26 migliori cervelli d’Italia che oggi saranno insigniti dal presidente della repubblica Sergio Mattarella, del titolo di «alfieri». Brillante, caparbio, tirato su con amore da mamma Valeria, Lorenzo resta con la testa ben piantata sulle spalle.
«Sapere di essere tra i più bravi d'Italia non è un vanto - dice alla Gazzetta - ma un onore e uno stimolo a fare sempre di più e ad aiutare chi ne ha bisogno. Mi sento di ringraziare i miei genitori, tutti gli amici e i professori che mi hanno supportato e sostenuto in questi anni. La scuola è stato un luogo in cui crescere e sono contento di avere un ottimo ricordo della mia scuola, un ambiente sereno e familiare, in cui tutti erano pronti a farsi avanti per aiutare noi alunni. La scuola non è tutto... studio molto durante la giornata, ma sono convinto che sia la qualità, e non la quantità, a fare la differenza. Per ora continuerò a studiare lingue e letterature straniere, in attesa di scoprire cosa il futuro mi riserverà. Credo che qualsiasi cosa, se fatta al meglio, possa fruttare ed essere fonte di grandi soddisfazioni. Aspettando di incontrare Mattarella, le emozioni sono tantissime, difficili da descrivere, sicuramente gioia, soddisfazione, gratitudine e responsabilità sono alcune delle parole che mi vengono in mente al riguardo. Auguro a tutti i ragazzi di fare tesoro di quanto potranno imparare a scuola, di dare il meglio di sé e di credere fino alla fine nell'importanza e nella bellezza dello studio».