TARANTO - I 90 milioni di euro del Cipe non finanzieranno le opere di urbanizzazione primaria. È questa l’indiscrezione che, lungo l’asse Roma - Taranto, arriva quasi alla vigilia della riunione del tavolo tecnico sul centro storico. Che si terrà nella Capitale domani alle 13.30.Il «no» all’utilizzo di quelle risorse per il rifacimento delle reti idriche e fognanti oltre che di quelle del gas e della pubblica illuminazione, da quel che risulta alla Gazzetta, sarebbe stato pronunciato nel corso del precedente confronto presieduto dal ministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli.
Eppure, questi interventi sono stati sempre considerati dagli addetti ai lavori come il primum vivere, ovvero come la condizione necessaria per riqualificare la Città Vecchia di Taranto. Del resto, senza i servizi essenziali è davvero problematico pensare che nell’Isola possano insediarsi nuove attività imprenditoriali e che soprattutto le famiglie, le giovani coppie, possano ripopolare vicoli abbandonati da decenni. Ma quest’impostazione sarebbe stata scartata. Anzi, da quel che si apprende, non sarebbe persino possibile giuridicamente finanziare con quelle risorse opere di urbanizzazione primaria.
E allora, cosa si potrebbe mai realizzare? Come e soprattutto in quale direzione verrebbero articolati gli interventi di riqualificazione? La linea del ministero dei Beni culturali sarebbe quella di investire le risorse stanziate dal Cipe verso quegli edifici che abbiano i requisiti previsti dal cosiddetto Codice Urbani. E i soldi per acqua, fogna e gas dovrebbero essere reperiti da altri canali di finanziamento. Rispetto al (recente) passato, però, ci sarebbe un’altra novità che ruota intorno ai confini del raggio d’azione della delibera Cipe. Del resto, anche se sinora si era sempre esplicitamente parlato di centro storico, non c’era mai stata una perimetrazione precisa dell’intervento. Per questo, dunque, i Beni culturali potrebbero dare il via libera all’utilizzo di parte di quei 90 milioni anche... prima di oltrepassare il ponte Girevole. Per essere più chiari, potrebbero essere finanziai anche degli interventi in ambito storico - culturale - archeologico in altre zone di Taranto. Ma non solo. Le somme stanziate dal Comitato per la programmazione economica potrebbero anche essere rivolte ad un ampliamento dei locali in uso al MArTa. In questo modo, del resto, il museo archeologico nazionale potrebbero conservare nel migliore dei modi tutti i reperti ritrovati. I soldi del Cipe potrebbero essere utilizzati anche per mettere a rete i vari siti archeologici presenti nella città, non solo nel centro storico dunqure, per aumentare così l’offerta turistica.
E il Comune come si muoverà in questo nuovo scenario? Il Municipio non ha fatto mai mistero di puntare sulla delibera Cipe proprio per realizzare i servizi minimi per il centro storico, ma la linea tracciata dal Mibac sembra essere differente. In questo contesto, riferiscono fonti romane, il sindaco Melucci già nel corso della precedente riunione avrebbe sottolineato l’esigenza di andare oltre la, pur importante, ristrutturazione dei palazzi di pregio. In questo senso, parte deib finanziamenti potrebbe essere rivolta al rifacimento del basolato nel centro storico.
A questo punto, è opportuno ricordare che la delibera Cipe che stanzia 90 milioni di euro per la Città Vecchia discende, di fatto, dal decreto legge n. 1 del 2015, convertito nella cosiddetta “legge per Taranto”. Che all’articolo 8, fa riferimento proprio agli interventi per la riqualificazione e la valorizzazione di Città vecchia nell’ambito del Contratto istituzionale di sviluppo per Taranto (Cis).
Intanto, nel Piano degli interventi presentato a fine luglio dall’Amministrazione comunale, gli esponenti della giunta Melucci avevano sottolineato la necessità di riqualificare i pontili esistenti sul Waterfront di Mar Piccolo (dopo lo spostamento di tutti gli approdi delle imbarcazioni pescherecci in altra area appositamente attrezzata al rione Tamburi). Il Piano prevede un intervento di riqualificazione della pensilinia “liberty” e la trasformazione della pensilina lignea ubicata nel piazzale Democrate (Porta Napoli) nel nuovo mercato del pesce per la vendita al dettaglio.
Per il waterfront lungo corso Vittorio Emanuele II, praticamente la cosiddetta «ringhiera», il Comune vorrebbe realizzare un lungomare su due piani; uno al livello del mare; l’altro al livello sottostante.
È, inoltre, previsto il restauro delle Mura aragonesi (che potrebbe essere finanziato dalal delibera Cipe), con il conseguente ripristino ed ampliamento del tratto al livello del mare e degli accessi agli ipogei. Sono inoltre previsti dei sistemi e delle piattaforme a mare dal molo Sant’Eligio alla base del Castello Aragonese, con spazi ricreativi e per la balneazione e per lo sport (canottaggio).