ROMA - Le richieste sull’Ilva di Michele Emiliano irrompono al ministero dello Sviluppo economico (Mise), mentre i sindacati dei metalmeccanici trattano sulla rimodulazione del contratto aziendale – e in particolare sui premi di risultato – dei 10mila lavoratori che dovrebbero passare dall’amministrazione straordinaria ad AmInvestco, la cordata che si è aggiudicata il siderurgico con un bando di gara europeo che prevede la discontinuità contrattuale tra i vecchi proprietari ed i nuovi, i franco-indiani di Arcelor Mittal e Marcegaglia.
Il governatore della Puglia, che intende partecipare al tavolo Ilva da prima di presentare il ricorso contro il Piano Ambientale di Mittal, lancia da Bari un missile contro il ministro Calenda: «È inaccettabile che la trattativa prosegua con il governo uscente», che non ha un programma «legittimato dal voto degli italiani».
Intanto, sulla trattativa, Francesco Brigati della Fiom Cgil di Taranto, la reputa «ancora in salita. Permangono le distanze tra azienda e organizzazioni sindacali in merito al Premio di risultato e alle procedure di raffreddamento, entrambi infatti dovrebbero essere legati a dei paramenti con medesima valenza per tutti i lavoratori del Gruppo Ilva. Le 5 voci per il raggiungimento del premio di risultato (Pdr), secondo quanto riportato da Mittal, dovrebbero pertanto essere - aggiunge Brigati - le seguenti: sicurezza, indici di frequenza 30%, spedizioni 25%, produttività 25%, qualità 10% e servizi al cliente 10%. Il sindacato ha respinto questa ipotesi».
La trattativa «ancora non ha affrontato - spiega il sindacalista - né il nodo legato all’occupazione né la questione ambientale che per la Fiom rimane un punto in sospeso alla trattativa in corso. Il piano ambientale infatti non può e non deve essere rinchiuso dentro il recinto istituzionale tra comune, regione e governo. Il protocollo d’intesa deve tener conto delle nostre osservazioni ambientali».