Oggi una importante, quanto delicata tematica: come gestire correttamente la relazione cane-bambino. Una buona convivenza tra loro è basata su un’assidua supervisione da parte degli adulti e poi sull’educazione impartita sia al cane che al bambino, unitamente ad ambienti sicuri per entrambi.
Cominciamo dall’inizio, ovvero dall’arrivo di un neonato in famiglia dove è già presente un cane. Non si sa come quel cane reagirà alla presenza del nuovo arrivato, perché non esiste una regola univoca di comportamento.
Ogni cane può reagire in un modo diverso: per questo i genitori del neonato devono sempre monitorare gli atteggiamenti comportamentali del loro cane, osservando in modo particolare la sua reazione nel momento dell’arrivo della new entry. Per quasi tutti i cani conoscere il neonato è un momento di gioia, perché loro non si sa come e perché percepiscono già l’arrivo della cicogna in famiglia e per questo sono molto ansiosi di conoscere il neonato. Pertanto consiglio che il primo passo opportuno è farglielo vedere. Da quel momento il neonato diventerà per lui la cosa più importante in assoluto.
Infatti capita spesso che tra cane e bambino è amore a prima vista, instaurandosi un legame molto forte fra loro. Tanto che spesso ci sono casi in cui il cane assume un ruolo protettivo verso il bambino, manifestando reazioni di gelosia o, peggio ancora, di aggressione verso persone amiche e parenti che da quel momento vengono considerate degli intrusi.
Al contrario esistono anche soggetti dal comportamento diametralmente opposto che non gradiscono la presenza del nuovo arrivato e questo è quasi sempre dovuto alla gelosia paragonabile al figlio unico. Attenzione, però, ci sono anche eccezioni: cani pericolosi che avversano i bambini. Stiamo parlando di un aspetto molto preoccupante, di soggetti «tarati» che considerano i bambini prede sulle quali inveire con atroce cattiveria. Soggetti con turbe psichiche che nascono spesso da errati accoppiamenti come quelli in stretta consanguineità, ad esempio tra fratelli e sorelle o madre e figlio, oppure padre e figlia.
Ma ci sono anche soggetti malsani nati da «razze» particolarmente predisposte all’aggressività che quando sfuggono al controllo dei padroni, combinano atroci disgrazie, spesso addirittura mortali di cui purtroppo la cronaca ci informa.
La mia categoria ha sempre sostenuto che l’educazione dei proprietari e di coloro che lo saranno è fondamentale per la prevenzione dei comportamenti indesiderati e per comprendere segnali di allarme ancora prima degli eventi nefasti. Parole queste del Presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari Italiani (FNOVI), nonché collega dottor Gaetano Penocchio. Opinione che io condivido in pieno e che a mia volta da sempre ho cercato di divulgare in ogni contesto appropriato, come anche in questa circostanza. Negli anni la Federazione nazionale Ordine Veterinari italiani si è sempre impegnata richiedendo l’operosità di tutta la professione medico veterinaria su diverse problematiche, in particolare sull’educazione al «possesso responsabile».
Nel 2009 in collaborazione con il Ministero della Salute ha realizzato il format del patentino per cani e di materiali didattici. In seguito sono stati formati oltre 4800 medici veterinari, con ben 521 esperti in comportamento animale, i cui nominativi sono pubblicati in un elenco sul portale «fnovi.it». È notizia recente, di solo poche settimane fa, che la Società Italiana di Pediatria (SIP) e l’Associazione Nazionale Medici Veterinari (ANMVI) richiamano l’attenzione sul «possesso responsabile» dei cani in presenza di minori, unendo le competenze per una migliore conoscenza della relazione cane-bambino.
In specifico richiedono la riforma dell’ordinanza ministeriale che risale al 2009: il cosiddetto vecchio patentino, disatteso ed anacronistico nell’applicazione dopo circa 15 anni. Questo, a seguito dei frequenti incidenti avvenuti, e non solo di recente, in ambito domestico, quasi sempre dovuti a cani di grossa taglia incustoditi o sfuggiti al controllo dei proprietari. Il dott. Rino Agostiniani, presidente SIP e il dott. Marco Melosi, presidente Anmvi stanno lavorando congiuntamente con il Ministero della Salute ad un nuovo provvedimento per cui si possa passare dall’ordinanza ad una nuova legge ordinaria, affinché in un prossimo futuro si possano prevedere e quindi evitare altri angoscianti incidenti.