Si dice che l’intestino sia il secondo cervello sia per noi che per i nostri amici animali, ma è così? A stabilire questa grande realtà che influenza la salute complessiva anche di cani e gatti, ci sono due aspetti fondamentali che lo confermano, uno anatomico e l’altro funzionale, sui quali ci soffermeremo.
Cominciamo da quello funzionale che riguarda il «microbiota intestinale», da considerare a tutti gli effetti vero e proprio organo contenuto all’interno del lume intestinale. Composto da un enorme quantità di microrganismi che popolano l’intestino tra cui batteri, virus, funghi, protozoi, lieviti ed altro, svolge un ruolo di primaria importanza per la salute. Questi microrganismi nel loro insieme raggiungono un peso, che per quanto ci riguarda, oscilla tra gli 800 grammi e 1 kg, più o meno pari al peso del fegato. Quindi, é composto da miliardi e miliardi di microrganismi che raggiungono un numero di 10 volte superiore all’intero numero di tutte le cellule di cui è formato il nostro corpo che pare si aggiri intorno ai 37 trilioni di cellule.
Adesso vediamo l’aspetto anatomico e capiremo ancora meglio perché l’intestino unitamente al suo microbiota viene definito secondo cervello. È stato dimostrato che all’interno della parete intestinale sono presenti circa 500 miliardi di neuroni, un numero così elevato e ben strutturato di cellule del sistema nervoso che consentono un continuo scambio di informazioni tra cervello e intestino, tanto da poter dire che i due «cervelli» si parlano in continuazione. Il lavoro che svolge il microbiota intestinale a difesa della buona salute é in primis quello di elaborare circa il 70% degli anticorpi utili per il sistema immunitario. Svolge poi anche un altro importante ruolo: proteggere l’organismo dagli attacchi di molti agenti patogeni spesso introdotti nell’organismo attraverso cibo inappropriato.
E qui vale il detto: «noi siamo quello che mangiamo». Per questo, sia per loro che per noi, vale la buona regola di saper scegliere gli alimenti con i giusti nutrienti. Per sostenere in modo corretto l’attività intestinale e quindi la buona salute è essenziale una sana e bilanciata alimentazione che rispetti le caratteristiche di ogni specie. L’alimentazione mirata per le diverse specie che, di volta in volta, noi veterinari dobbiamo suggerire è di primaria importanza, perché non posso somministrare alla mucca, che è un erbivoro, le proteine e né dare al cane o al gatto carboidrati in eccesso. Sembrerà paradossale, ma in nome della scienza tutto può essere possibile, infatti è successo che attraverso approfondite ricerche scientifiche tempo fa fu evidenziato che somministrando proteine di origine animale agli erbivori, le mucche producevano più latte. Furono così effettuate integrazioni proteiche su larga scala agli erbivori. Forzatura, questa, pericolosa per le ferree regole previste da Madre Natura, ma soddisfacenti per altri versi: colpa della smania del Dio Denaro. Infatti, come tutti ricorderete, i risultati furono a dir poco disastrosi, con la comparsa della malattia che causò la sciagura della «mucca pazza», causata dal Prione, entità patologica proteica presente esclusivamente nella carne.
Il paragone è presto fatto: cosa potrebbe succedere se continuassimo a somministrare un elevato quantitativo di carboidrati ai nostri cani e gatti che per loro natura sono primariamente carnivori? C’è un detto: zuccheri e sale (in eccesso) son cristalli mortali. La dieta equilibrata gioca un ruolo fondamentale per la buona salute prevenendo eccessi o carenze che possono sviluppare malattie.
Faccio un esempio pratico: se nella ciotola di Micio mettiamo poche proteine come carne, pesce, uova, è certo che presto o tardi il felino, che è ancora un carnivoro puro, andrà incontro ad una malattia fortemente debilitativa a causa della carenza di «taurina» di cui i gatti non possono fare a meno. La suddetta carenza può causargli la cardiomiopatia dilatativa oltre ad una grave degenerazione retinica. L’alimentazione soprattutto quando carente ha anche ripercussioni sul comportamento: il cane può diventare più nervoso del solito e di conseguenza non riuscire a riposare abbastanza e questo ancora di più quando non vengono trattati da carnivori quali sono.
Le conseguenze spesso sono sotto gli occhi di tutti, ma solo in pochi riescono a capirlo. Faccio alcuni esempi in cui molti soggetti presentano intenso e prolungato prurito con irritazioni cutanee spesso ribelli ad ogni terapia e riconducibili alle tanto diffuse allergie soprattuttoalimentari causate dalla rottura dell’equilibrio tra sistema immunitario e benessere intestinale. Sempre per questo motivo sono anche frequenti congiuntivite e otiti che alla distanza sviluppano la malassezia (particolare genere di funghi) sia nel condotto uditivo che alle zampe. Vi sono spesso collegate anche altre patologie più gravi come i resistenti e fastidiosi problemi intestinali dove si alternano stipsi a diarrea con grande sofferenza degli sfortunati pazienti e il tutto, di solito, genera grande apprensione dei loro padroni.
Concludendo: «La buona salute si conquista a tavola». Di recente alcuni studi sulle diverse tipologie di alimentazione per cani e gatti hanno evidenziato che i soggetti alimentati con diete fresche casalinghe prevalentemente a base di carne, cotta o cruda, opportunamente suggerite dai veterinari di fiducia, tendono a sviluppare un microbiota intestinale migliore rispetto a quello dei cani alimentati con cibi industriali, quando ricchi di carboidrati. Teniamone conto.