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Martina Franca dà l'addio a Paisiello, il cavallo murgese che ha lasciato 200 esemplari

Martina Franca dà l'addio a Paisiello, il cavallo murgese che ha lasciato 200 esemplari

 
Ottavio Cristofaro

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Ottavio Cristofaro

Martina Franca dà l'addio a Paisiello, il cavallo murgese che ha lasciato 200 esemplari

Impronta indelebile sul patrimonio genetico. Ha vissuto per 23 anni

Giovedì 28 Novembre 2024, 10:17

MARTINA FRANCA - Addio a Paisiello, lo stallone del “Murgese”. Si è spento uno dei più illustri rappresentanti della razza equina più significativa del territorio. Il suo nome rimarrà indelebilmente legato alla storia dell’allevamento nazionale, grazie al suo straordinario contributo alla valorizzazione e alla diffusione di questa antica razza autoctona pugliese.

Paisiello non è stato solo un cavallo, ma un vero e proprio generatore di vita. In oltre due decenni, ha generato ben 200 esemplari e centinaia di nipoti, lasciando un’impronta indelebile sul patrimonio genetico della razza Murgese. Ma Paisiello è stato molto più di un semplice stallone. Per i suoi allevatori, è stato un compagno di vita, un amico fidato, capace di regalare emozioni uniche e indimenticabili. In questi 23 anni, ha partecipato a numerose manifestazioni equestri, ottenendo risultati straordinari e dimostrando la sua straordinaria versatilità.

La scomparsa di Paisiello lascia un vuoto nel mondo dell’equitazione e dell’allevamento. Tuttavia, la sua eredità vivrà per sempre nei suoi numerosi discendenti, che continueranno a portare avanti il suo nome e a diffondere le straordinarie qualità della razza. «Paisiello è stato molto più di un cavallo per noi - scrive Leonardo Fusillo sul suo profilo social - è stato un membro della famiglia, un amico inseparabile. La sua scomparsa ci lascia un grande dolore, ma siamo orgogliosi di averlo avuto al nostro fianco per tanti anni. Siamo certi che la sua eredità continuerà a vivere nei suoi numerosi discendenti».

La razza murgese dei cavalli trae le sue antiche e nobili discendenze in Puglia, nacque ufficialmente negli anni ‘20 del secolo scorso, quando alcuni dirigenti ippotecnici e allevatori pugliesi, riunitisi a Taranto, decisero di selezionare alcuni individui di pregio allevati nelle campagne tra Martina Franca, Ceglie Messapica, Mottola, Noci e Gioia del Colle, dai quali doveva derivare la razza del cavallo delle murge. I principali capostipiti furono alcuni stalloni morelli tra cui “Nerone”, “Araldo delle Murge” e “Granduca da Martina”. Le caratteristiche morfologiche e attitudinali del “murgese”, unite a un temperamento docile e affidabile, ne hanno fatto un riproduttore eccezionale, capace di trasmettere ai suoi discendenti le migliori qualità della razza. Proprio per questo il Corpo Forestale dello Stato intorno al 1989 creò a Martina Franca un Centro di sperimentazione, allevamento e addestramento con la duplice finalità di conservare in purezza il patrimonio genetico della razza e, al contempo, per l’impiego nelle pattuglie militari ippomontate.

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