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Attenti alla zoppia nei nostri pelosetti

 
Marco Smaldone

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Marco Smaldone

Cane domestico, la sua «faccia» parla

I dolori artrosici possono migliorare con il riposo mentre sono soliti accentuarsi con l’attività fisica

Sabato 16 Novembre 2024, 10:02

L’artrosi come l’osteoartrosi sono malattie molto note che colpiscono sia le nostre articolazioni che dei nostri amici animali, provocando dolori a volte anche intensi unitamente ad una ridotta funzionalità motoria, che in molti casi ne compromettono la deambulazione. Questo tipo di dolore è solitamente causato da processi infiammatori che lo contraddistinguono dai dolori di tipo traumatico, poiché dovuto a processi di tipo degenerativo. I dolori artrosici possono migliorare con il riposo mentre sono soliti accentuarsi con l’attività fisica. Un’alta espressione tipica di questa malattia è che al mattino al risveglio si può avvertire una certa dolorabilità per poi scomparire rapidamente, subito dopo aver messo i primi passi.

Un’articolazione è composta da diversi tipi di tessuti: osseo, cartilagineo e fibroso, quest’ultimo riguarda i legamenti detti capsulari, oltre che avvolta interamente da un manicotto di tessuto connettivo che contiene il liquido sinodale. Nella realtà tutte le estremità delle ossa che compongono le articolazioni sono rivestite da cartilagine che è costantemente lubrificata da un sottilissimo strato di liquido sinoviale. Sistema questo destinato a facilitare non solo il movimento articolare ma anche a sopportare meglio la gran parte delle sollecitazioni meccaniche di ogni singola articolazione. In altre parole il tessuto cartilagineo articolare agisce da ammortizzatore oltre ad avere una funzione cuscinetto, che facilita il regolare movimento articolare rapido ed indolore. Ma vediamo quando e perché questa malattia si può manifestare. Consiste in una profonda alterazione della cartilagine articolare, provocata da usura dovuta al continuo e prolungato sfregamento dei capi articolari che nel tempo provocano infiammazioni e degenerazione con gli inevitabili dolori e rigidità articolare. Si tratta di una malattia altamente invalidante che colpisce i cani di tutte le razze, meticci compresi e di entrambi i sessi. Una maggiore incidenza è presente nei cani di media e grande taglia soprattutto in età avanzata.

L’artrosi può essere anche causata da uno squilibrio nella produzione della cartilagine nuova che deve sostituire quella usurata. Ci sono periodi in cui i sintomi dolorosi dell’artrosi pare che si attenuano per poi assistere a nuove recrudescenze indotte soprattutto dal cambio di stagione, come quella fredda dove l’umidità la fa da padrone. Spesso il dolore e deficit motorio tendono a peggiorare con l’aumento del peso corporeo, i chili di troppo provoca una maggiore compressione sulle articolazioni già sofferenti. I soggetti affetti da artrosi devono essere curati in modo continuo soprattutto nella terza età. Questo perché si và incontro ad una maggiore rigidità articolare con più frequenti episodi di zoppie e all’aumento di volume delle articolazioni colpite. Infatti, quando durante una visita si esegue la palpazione delle giunture alterate, facilmente si provoca dolore oltre ad apprezzare una ridotta mobilità delle stesse articolazioni che a volte sono quasi del tutto anchilosate.

Vediamo come si può diagnosticare l’artrosi. È mediante delle radiografie che il veterinario può accertare la localizzazione delle lesioni artrosiche, evidenziandone anche l’eventuale gravità oltre a poter formulare una prognosi. Vediamo adesso quali sono le cure da poter praticare. Sono soprattutto mediche e risultano molto utili le somministrazioni di analgesici ed antinfiammatori, farmaci che andranno somministrati per sempre. Esistono anche casi molto gravi in cui si deve intervenire chirurgicamente come per la rottura dei legamenti. Frequente nel cane è quella dei crociati, ma anche per quei soggetti affetti da displasia congenita dell’anca, altrimenti le conseguenze artrosiche diventerebbero immani. Ritornando alle cure mediche, gli antinfiammatori e analgesici che siano non steroidei (non cortisonici), andranno somministrati sempre a stomaco pieno. Inoltre l’assunzione per via orale di questo tipo di farmaci é sconsigliata per quei soggetti con patologie gastroenteriche gravi, ma anche a quelli con epatopatie e con insufficienze renali, perché è opportuno precisare che non sono farmaci scevri da possibili effetti collaterali. A queste terapie se ne possono associare delle altre, come gli integratori a base di glucosammina e condroitinsolfato, come anche a base di arnica. Ci sono poi integratori a base di cartilagine di squalo che in quasi tutti i miei pazienti risultano addirittura «miracolosi». Altrettanto efficaci risultano anche le contemporanee sedute di ossigenozono-terapia che pratico soprattutto ai soggetti gravemente compromessi e possono essere utilizzate per lunghi periodi in quanto privi di effetti collaterali e molto vantaggiosi per i soggetti anziani.

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