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I nostri nonnetti con quattro zampe

 
Marco Smaldone

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Marco Smaldone

I nostri nonnetti con quattro zampe

Quando un cane o un gatto si possono definire anziani? Quali i problemi più comuni che li affliggono nella terza età e che aiuto dar loro?

Sabato 19 Ottobre 2024, 11:44

Quando un cane o un gatto si possono definire anziani? Quali i problemi più comuni che li affliggono nella terza età e che aiuto dar loro? Una doverosa premessa è che oggi grazie all’evoluzione della medicina veterinaria vengono elargite cure sempre più appropriate anche ai nostri amici animali, unitamente ad una maggiore incidenza di raggiungere la terza età.

Capiamo adesso quando un amico peloso può definirsi anziano. Un’ aspettativa di vita media per la specie canina è di 12 anni, per il gatto è di un anno in più, ovvero di 13. Diversificata è la realtà per il cane, secondo se di piccola, media e grande taglia. Madre natura ha previsto una differente longevità, inversamente proporzionale alla taglia. In genere i piccoli vivono più a lungo e la maggior parte di loro arrivano anche a 14-15 anni, mentre per le taglie giganti vengono considerati già anziani dopo i sette-otto anni. Quindi il concetto di anziano è alquanto diverso per un chihuahua rispetto ad un alano. Pertanto più in generale possiamo dire che le razze piccole e medie sono facilmente preposte a raggiungere la terza età andando ben oltre i 12 anni, mentre le razze giganti che già dopo i sette-otto anni sono considerati anziani, sono quelli che anticipano la terza età e che vanno anche incontro ad una maggiore incidenza di acciacchi della vecchiaia.

Vediamo adesso in cosa consiste la vecchiaia. Si tratta di un processo fisiologico inarrestabile al quale purtroppo tutti gli esseri viventi vanno incontro. Parliamo di un processo multifattoriale geneticamente programmato e influenzato da vari fattori: in primis dall’alimentazione e poi dallo stile di vita e dalla gestione dello stress. In altre parole la vecchiaia comporta un lento declino generale di tutti gli apparati, dovuto ad un progressivo abbassamento delle difese immunitarie con decadimento endocrino e neurologico. Tutto questo causato anche da una inarrestabile e progressiva morte cellulare, di più negli anziani a carico di tutti gli apparati e dovuta a diversi fattori: stress ossidativo, unitamente alle infiammazioni croniche silenti, che intervengono in modo preponderanti nella terza età.

Quando si riescono a mettere in atto buone prevenzioni, sia alimentari che ambientali, si ottengono soddisfacenti buoni risultati. A tale proposito circa una ventina di anni fa fu coniato un termine «inflamanaging», molto esaustivo poiché serve ad identificare lo stato infiammatorio cronico (spesso silente) in quanto di basso grado (low grade) che pur non producendo evidenti sintomi immediati, è in grado di creare danni sistemici in tutto l’organismo. Queste infiammazioni croniche silenti sembrano essere alla base di svariate patologie di tipo cardiovascolari, endocrine, cerebrali, oncologiche ed altre ancora, che si evidenziano maggiormente con l’avanzare dell’età. In tutto questo due sembrano essere i fattori scatenanti da dover riuscire a monitorare e controllare: l’alimentazione e lo stress.

Un’alimentazione eccessiva può portare al sovrappeso ed anche all’obesità, causando nel tempo un’insulino-resistenza in grado di attivare risposte infiammatorie che possono danneggiare gli organi. Altrettanto dannose per l’organismo sono le situazioni del prolungato stress che possono influenzare negativamente il sistema immunitario, favorendo le infiammazioni in simili circostanze. Un ruolo di fondamentale importanza lo gioca il microbiota intestinale: quando subisce alterazioni si va incontro alla disbiosi. Questa è la causa più frequente di infiammazione cronica intestinale che poi si ripercuote negativamente su tutto l’organismo.

Adesso vediamo quali sono i malanni più frequenti del cane e del gatto anziano. Fra le patologie più comuni della terza età c’è la perdita dell’udito e della vista di cui parleremo, unitamente a tanti altri aspetti patologici tipici della terza età, come: un aumento eccessivo o diminuzione del peso corporeo, le patologie renali, cardiache, intestinali, quelle ortopediche spesso problematiche e altro. La prima cosa che i nostri nonnetti pelosi evidenziano è la perdita di interesse di quello che succede intorno a loro. Un esempio molto significativo è che al nostro rientro, aprendo la porta di casa prima erano sempre pronti ad accoglierci per farci le feste, poi bisogna andarli a cercare e quasi sempre li troviamo nella loro cuccia nella quale continuano a dormire. Questo declino delle loro funzioni sensitive oltre che sensoriali va attribuito alla ridotta capacità uditiva e visiva che indirettamente condizioneranno anche l’attività motoria. Però va detto che in questa fase anche se sentono, vedono e camminano di meno loro si comportano in modo fantastico. Sono molto più affettuosi ed obbedienti, infatti riescono a comprendere ogni nostra intenzione poiché non sono più vivaci e disobbedienti come quando erano cuccioli. In altre parole diventano così bravi, da dimostrare un atteggiamento quasi umano e questo ci fa ancora di più dispiacere, poiché la nostra amorevole relazione con loro sta per volgere al termine. Peccato che vivano solo 12/13 anni (vita media), davvero molto pochi.

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