Ancora una volta «sono costretto» a parlare di un altro episodio tragico che vede coinvolto il nostro amico cane, reo di un’ennesima tremenda aggressione. Mi è stato chiesto a gran voce, anche da molti padroni di pets, di esprimere il mio parere in merito alla tragedia verificatasi soltanto pochi giorni fa a danno del piccolo Francesco Pio di appena 13 mesi. Come molti sanno, il piccolo è stato azzannato mortalmente da due pitbull dei vicini di casa, incidente verificatosi a Campolungo frazione di Eboli, provincia di Salerno. Purtroppo ogni tanto si riaccendono improvvisamente i riflettori su alcune razze canine particolarmente pericolose in quanto molto aggressive.
A mio avviso non ci sono cani killer, ma soltanto errori nella loro cattiva gestione.
Incolpare i cani é molto semplice perché c’è molta ignoranza e pertanto mancata conoscenza approfondita su questo «spinoso» argomento. Come è noto c’è molta differenza fra cane e cane, la stragrande maggioranza dei cani sono buoni come dei bambini, però ne esistono alcuni che purtroppo hanno per loro natura un carattere aggressivo. Quindi sta a noi vigilare con prudenza per prevenire gli incidenti in ogni modo e in ogni circostanza. Così come è previsto dagli articoli di legge, normative e regolamenti. Infatti, la legge dice che il comportamento del tuo cane è una tua responsabilità. A confermarlo è l’ordinanza per la tutela dell’incolumità pubblica e quindi dall’aggressione di cani, emanata dal Ministero della Salute ed in vigore dal 23/3/2009, che stabilisce: «Il padrone di un cane è sempre responsabile del benessere, del controllo e della conduzione dell’animale ed è chiamato a risponderne sia civilmente che penalmente dei danni o lesioni a persone ed altri animali e cose provocate dall’animale in suo possesso». A questo punto viene spontaneo domandarsi: perché è proprio il pitbull la razza canina più pericolosa? In primis non va dimenticata la storia dei suoi antenati e quindi la sua provenienza genetica. In passato i suoi avi venivano utilizzati per i deleteri combattimenti contro i propri simili. Oggi molti soggetti di questa razza sono ancora fortemente impregnati di tante assurde ed inutili potenzialità come l’eccessiva reattività, la grande eccitabilità e la forte predisposizione combattiva.
Inoltre va detto che il pitbull discende dall’incrocio tra Molossoidi e Terrier, cani potenzialmente molto energici e particolarmente predisposti alla predazione.
Questo li rende molto sicuri di sé e particolarmente determinati nelle loro azioni aggressive che sono quasi sempre fulminee e per questo imprevedibili. Cogliendo spesso i padroni di sorpresa.
A complicare ulteriormente il fenomeno, il pitbull ha uno stile comunicativo complesso che spesso rischia di creare malintesi con i suoi simili ed anche a volte con i suoi padroni. Caratteristica, questa, che rende il pitbull un cane non adatto a tutti gli ambienti e per ogni contesto familiare. Per fortuna, i soggetti con queste caratteristiche, per niente gradite, sono alquanto rari. Concludo col «fai da te» di molti cinofili che occasionalmente, con esemplari di ogni razza, decidono di fare accoppiare il proprio cane con un altro della stessa razza, spesso procurando seri danni di selezione. Chiaramente stiamo parlando di non addetti ai lavori e quindi ignoranti in materia di allevamento, che fanno accoppiare il proprio esemplare con il primo che capita e magari anche fra stretti consanguinei, come fratelli e sorelle o padre/figlia, senza tener conto dei pericoli a cui si va incontro. Da questi accoppiamenti spesso nascono cuccioli «tarati» sia sotto l’aspetto comportamentale che morfologico e per questo possono essere molto aggressivi oppure molto paurosi e quindi ingestibili. Mentre sotto l’aspetto morfologico possono nascere addirittura con malformazioni somatiche congenite come nei cosiddetti casi teratogeni. Un esempio su tutti l’idrocefalo, malformazione della testa che assume dimensioni spropositate rispetto al corpo, tipo di malformazione addirittura incompatibile con la vita.
Mentre sto scrivendo, mi giunge «un’ultim’ora»: la notizia di un’altra aggressione ad una bimba di due anni lasciata a giocare con un cane meticcio di media taglia che, tra l’altro conosceva bene, dato che si intratteneva spesso con lui nei tipici giochi infantili. Un caso, quindi, non attribuibile a una razza demonizzata come un molosso. Bensì ad un «banale» errore commesso, al 100%, dall’umano che non vigila abbastanza sulla sicurezza perché reputa l’animale alla stregua di un giocattolo con il quale un minore, già di per sé incosciente, possa giocare. Non vigila, inoltre, sulle barriere di sicurezza che devono dividere l’ambiente in cui il cane vive con l’esterno: un esempio tipico è quando i cancelli automatici delle abitazioni si aprono sulla strada o le recinzioni sono paragonabili a quelle di un pollaio, per cui i runner o anche persone ignare che percorrono le strade prospicienti rischiano di essere azzannate.
Ritengo opportuno, per tutto questo, precisare che «Allevare» è un’arte nobile, alla quale è bene debbano dedicarsi solo esperti coscienziosi addetti ai lavori, ai quali affidarsi per evitare il rischio di generare soggetti ingestibili, causa di incidenti le cui spese sono poi subite dall’intera collettività. Finendo col creare un’ingiusta nomea di pericolosità sui nostri amici a quattro zampe.