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Bari spalle al muro, Marino: «Niente scuse, ora bisogna vincere»

 
Davide Lattanzi

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Davide Lattanzi

Bari spalle al muro, Marino: «Niente scuse, ora bisogna vincere»

Il tecnico ha le idee chiarissime. «C’è da mettere la testa bassa e fare punti». Il primo obiettivo è il Sudtirol

Sabato 09 Dicembre 2023, 13:04

BARI - «Bisogna dare di più». Pasquale Marino sprona il Bari nel momento più delicato. I biancorossi devono assolutamente risollevarsi nel match di oggi al San Nicola contro il Sudtirol. Dopo due sconfitte di fila, una settimana di ritiro, le voci su un nuovo ribaltone in panchina e soprattutto una classifica che rischia di diventare ancora più precaria, si attende una risposta forte da parte dei Galletti. È sereno, l’allenatore siciliano. Dall’alto della sua esperienza, nemmeno il clima teso nella città del pallone può scalfirlo. E soprattutto, il mister di Marsala non ha mai pensato di mollare la guida della squadra.

«Non so da dove siano uscite certe voci, ma se volessi dimettermi lo saprei…», afferma Marino. «Con il direttore sportivo e la società ci siamo sempre parlati con grande sincerità. Dopo la sconfitta di Lecco, abbiamo deciso immediatamente di andare in ritiro: era una decisione doverosa per cercare di compattarci e confrontarci trascorrendo qualche giorno insieme. Altro non mi è stato detto. Io cerco di dare sempre il massimo e se uno si impegna in qualcosa con tutte le forze non penso che debba coltivare rimpianti. L’accordo con la proprietà è sempre stato basato sulla volontà di ottenere quanto più possibile fino alla sosta per poi intervenire nel mercato di gennaio e trovare qualche innesto che ci consenta di giocare un calcio un po’ differente. Non possiamo nascondere di trascorrere un momento delicato, ma abbiamo le possibilità di uscirne: i mezzi non ci mancano».

Il mister di Marsala svela di aver visto segnali incoraggianti durante questi giorni di... clausura. «Onestamente penso che in pochi possano obiettare sull’impegno dei ragazzi: basti vedere come si allenano», premette Marino. «Nessuno si è tirato mai indietro e a maggior ragione in settimana ho visto un’ulteriore voglia di crescere. La squadra ha accettato abbastanza bene il ritiro e ha lavorato con impegno: certo, non siamo ancora ciò che vorremmo diventare, ma in alcuni frangenti siamo anche in grado di esercitare pressione alta e tenere gli avversari nella loro metà campo. Ciò che non va bene, invece, riguarda le scelte negli ultimi metri, la cattiveria nel cercare la porta, l’abilità nel concretizzare. Dobbiamo accompagnare l’azione con un numero di uomini ancora più alto ed essere più pericolosi. Davvero, sulla dedizione dei calciatori non posso obiettare nulla. E se a volte diamo l’idea di essere meno compatti, bisogna ricordare il frangente che stiamo passando: paghiamo dazio al primo errore e viviamo in un contesto con aspettative altissime, come è normale che sia. Siamo il Bari: è normale che da noi si attenda sempre la vittoria, anche quando incrociamo le big della categoria. La verità, però, è adesso non siamo una grande, ma una squadra normale che deve costruire qualcosa cercando i progressi partita per partita».

Il tecnico siciliano cerca maggiore incisività, ma con il Sudtirol dovrà rinunciare alle uniche due punte pure in organico: Nasti e Diaw. «Le assenze in un campionato possono capitare», stigmatizza Marino. «Giocheranno comunque calciatori importanti per la categoria. Magari non avremo un attacco con il centravanti classico e riusciremo a dare meno punti di riferimento, così come saranno fondamentali gli inserimenti dei centrocampisti. Troveremo altre soluzioni anche perché difficilmente ritroveremo Diaw prima di gennaio. Menez? Fosse per me lo farei giocare anche subito, ma viene da un infortunio molto delicato e bisogna attenersi alle indicazioni dello staff medico. Ad ogni modo, qualche defezione non deve portarci a perdere quanto stiamo seminando. A grandi linee, confermeremo l’assetto proposto a Lecco».

Bisognerà tenere i nervi saldi anche a fronte di una prevedibile situazione ambientale piuttosto complicata. La tifoseria organizzata non risparmierà cori e striscioni all’indirizzo della proprietà, mentre la squadra sarà sostenuta, a patto di meritarsi l’appoggio con una prova di carattere. «Non cerchiamo alibi: sapevamo che senza il conforto dei risultati, saremmo potuti andare incontro a contestazioni. Ma a noi tocca dare tutto in campo, senza altre preoccupazioni. Ci aspetta un match importante, una di quelle partite in cui serve dare qualcosa di diverso in ogni particolare: avere massimo agonismo, vincere i contrasti, arrivare prima sulle respinte o sulle seconde palle. Al di là dell’aspetto tecnico, serve una prova di carattere, di atteggiamento o di “cazzimma” come la chiamano a Napoli. Il Bari viene da una clamorosa delusione a giugno e quando accadono certe cose a volte subentra inconsciamente una specia di depressione che coinvolge tutto l’ambiente. Aggiungiamoci l’aver perso alcuni calciatori fondamentali come Menez o Diaw che non abbiamo avuto per tante gare. Sommando i fattori, si arriva ad avere magari quella sensazione di essere meno entusiasti o sbarazzini. Ma non dobbiamo accampare scuse: adesso bisogna mettere la testa bassa e fare punti. Pensando ad una gara per volta, senza fare tabelle. Ora dobbiamo battere il Sudtirol. Ad ogni costo».

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