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Volti e algoritmi ritratti femminili nell’era della IA

 
Alessandro Salvatore

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Alessandro Salvatore

Volti e algoritmi ritratti femminili nell’era della IA

Mercoledì 21 Maggio 2025, 10:29

L’intelligenza artificiale ha un problema con l’immagine delle donne. Anche quando si cerca di fornirle istruzioni neutre, le AI generano figure femminili iper-perfette, spesso con tratti occidentali e idealizzati. Questo perché gli algoritmi vengono addestrati su milioni di immagini già cariche di stereotipi pregiudiziali. È il punto di partenza del documentario «Il volto e l’anima. Indagine sul ritratto femminile», scritto da Linda Tugnoli e prodotto da Mark in video in collaborazione con Rai Cultura, in onda in prima visione stasera alle 21.15 su Rai 5 per il programma «Art Night», condotto da Neri Marcorè.

Il doc dell’autrice Tugnoli racconta la storia del ritratto femminile, dagli albori dell’arte fino al Novecento, attraversando l’evoluzione dei canoni di bellezza, le dinamiche di potere e la costruzione dell’identità femminile. Un percorso che parte dalle Veneri preistoriche, simboli di fertilità e maternità, e arriva alla Dama di Brassempouy, tra i più antichi volti scolpiti d’Europa, passando per regine come Nefertiti e Tye, le donne etrusche, Giulia di Tito nell’antica Roma e le «stanze delle belle» del Seicento, gallerie di ritratti nobiliari.

Ma il racconto si fa più complesso nell’età moderna: tra Otto e Novecento il ritratto diventa strumento di emancipazione e riflessione, come nei volti di Modigliani, Klimt e Boldini. Ed è in questo passaggio che le donne iniziano a raccontarsi da sé: artiste come Berthe Morisot o fotografe pioniere trovano uno spazio per esprimere il loro sguardo sul femminile. Un cambiamento profondo, che continua ancora oggi, mentre l’AI ripropone - e a volte esaspera - le stesse immagini da cui l’arte ha cercato di liberarsi.

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