Sabato 06 Settembre 2025 | 22:36

L'«Ingegneria della vita adulta» di Giorgia Fumo, regina della stand-up comedy: «Scrivo ogni giorno, ma da un libro si impara tanto»

 
Bianca Chiriatti

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Bianca Chiriatti

L'«Ingegneria della vita adulta» di Giorgia Fumo, regina della stand-up comedy: «Scrivo ogni giorno, ma da un libro si impara tanto»

foto Tommaso Galli

L'appuntamento il 2 aprile a Bisceglie, alle Vecchie Segherie Mastrototaro: «Il mio lettore-tipo è simile a chi viene ai miei spettacoli: una persona che cura la propria dieta di cultura»

Martedì 01 Aprile 2025, 18:22

02 Aprile 2025, 09:45

«Ingegneria della vita adulta». Non poteva che intitolarsi così il libro di Giorgia Fumo, ingegnere, stand-up comedienne tra le più note del panorama nazionale, e improvvisatrice teatrale. Come lo definisce lei, un «manuale vago per farcela a farcela, per tutti coloro che sentono di annaspare nella vita, strutturato e risolutivo. Almeno per riderci sopra». Giorgia Fumo, ieri sera impegnata sul palco del Teatro Kismet di Bari con lo spettacolo «Vita Bassa», stasera 2 aprile alle 19.30 sarà alle Vecchie Segherie Mastrototaro di Bisceglie, in dialogo con Chicco Donato, per presentare proprio il volumo edito da HarperCollins.

Come si sente ad avere questo «doppio binario», è abbastanza singolare essere allo stesso tempo un'ingegnera e un'attrice comica...

«E anche in questa fase della vita, sono finita a fare sia l'attrice teatrale, che la scrittrice, devo aggiungere sempre. Credo sia un po' la mia indole. Poi avere il libro collegato agli spettacoli, mi permette di dire più cose in contemporanea».

Da dove è nata l'idea di scrivere un libro?

«In realtà scrivo da sempre, ma le mie cose non avevano mai un posto per essere collocate. La mia editor, Elisabetta, è venuta a vedere uno spettacolo: non ci conoscevamo, mi ha contattata e mi ha proposto di scrivere un libro. Avevo già un paio di idee in mente, che divertivano innanzitutto me, così poi abbiamo iniziato a ragionarci e a capire che erano temi su cui mi piaceva scrivere».

E la scrittura teatrale come si sposa con la scrittura di un'opera?

«Sono contenta che il libro mi abbia dato la possibilità di scrivere un contenuto che rimanga uguale nel tempo, di riflettere bene. La stand up la creo anche sul palco, vengo dall'improvvisazione, e anzi a volte la pagina bianca mi faceva paura, dettavo appunti al telefono e poi li riscrivevo dopo, proprio per non trovarmi davanti al foglio vuoto».

E il feedback del pubblico com'è stato?

«Davvero ottimo, hanno risposto bene fin dall'annuncio. In realtà molti me lo chiedevano da tempo, e mi mangiavo le mani quando non potevo ancora svelarlo. È bello perché chi l'ha letto ci tiene a scrivermi commenti, considerazioni, recensioni, addirittura nei firmacopie mi fanno autografare il capitolo che hanno apprezzato di più. Mi mandano foto di copie che girano il mondo, davvero emozionante».

Si è fatta un'idea del suo «lettore-tipo»?

«È simile a chi viene vedere i miei spettacoli. È una persona che spende per la cultura, abituata a comprare libri, leggere, informarsi su cosa c'è al cinema o a teatro, qualcuno che cura la propria dieta di sapere. Leggono, ascoltano podcast, a volte non riesco a star loro dietro per quante cose nuove mi suggeriscono da leggere e studiare. Sono persone che a volte faticano a barcamenarsi tra ciò che volevano fare della vita, e ciò che hanno effettivamente fatto. Parlo di loro, e con il libro elaborano...».

E lei qualche anno fa come si immaginava «da grande»?

«In realtà da ragazzina avevo spinto la mia immaginazione fino ai 30 anni, non oltre, mi ero detta "in qualche modo farò". In realtà la visione che avevo è stata molto simile a come è poi andata in realtà: non volevo passare la vita dietro al pc, l'ho fatto per 13 anni ma perché non sapevo come incastrare la stand-up, nessuno intorno a me aveva percorso tante strade diverse, chi nasceva ingegnere moriva ingegnere. Io mi sono inventata».

Che lettrice è?

«Sono lenta, a volte leggo due o tre libri alla volta mettendoli in pausa, facendoli decantare. L'ho fatto nel 2020 con "L'amica geniale", mi piacciono tanto i romanzi. Ho finito da poco di rileggere "Jane Eyre", ora lo sta leggendo mio marito per rispondere alla mia "provocazione" sul fatto che gli uomini non sempre leggono libri scritti dalle donne. Quindi abbiamo il nostro intimo book club. Poi ascolto gli audiolibri, che mi permettono di non mollare la lettura quando sono in giro. Mi piace anche il fantasy i fumetti, e leggo anche in inglese, anzi mi dispiace non parlare altre lingue, chissà quante cose mi perdo. Per fortuna che in Italia abbiamo traduttori fantastici».

In Puglia non è la prima volta che viene...

«Pensi che ero stata proprio qui il giorno dopo la finale di Italia's Got Talent, a fare uno spettacolo in un locale. Un'esperienza faticosissima, ma era andata molto bene. Ho in mente l'immagine di me con un pezzo di focaccia in mano a guardare il mare e a rendermi conto di ciò che mi stava succedendo. È un posto importante».

Cosa succederà dopo il tour? Scriverà ancora?

«Come regola scrivo sempre, ogni giorno. Poi non importa cosa ne faccio di quella roba. Dopo il 31 maggio, appena finirà il tour, mi prendo una pausa prima del nuovo giro di palchi, in autunno. Ma l'esperienza di scrittura del libro mi è piaciuta tanto, penso la ripeterò. Ho imparato tante cose».

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