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Da mafioso a bracciante, «Genny Savastano» è diventato buono

Da mafioso a bracciante, «Genny Savastano» è diventato buono

 
Emanuele Caputo

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Emanuele Caputo

Da mafioso a bracciante, «Genny Savastano» è diventato buono

Salvatore Esposito al Festivarts di Castellana Grotte: «In Spaccapietre sono vittima»

Martedì 16 Luglio 2024, 11:21

CASTELLANA GROTTE - «Conosco la vostra meravigliosa accoglienza e non vedo l’ora di tornare in Puglia a chiacchierare sotto le stelle, a gustare le sue prelibatezze culinarie, dal crudo mare alle bombette fino ai pasticciotti. Si vede che non so resistere a queste tentazioni?». Non nasconde il suo entusiasmo il 38enne attore partenopeo Salvatore Esposito, Genny Savastano in Gomorra (serie tv ispirata dal romanzo di Roberto Saviano), che alle 21 di stasera, in piazza Nicola e Costa, sarà protagonista del secondo appuntamento di «Festivarts», talk show organizzato dalla Grotte di Castellana Srl, ideato (insieme al direttore artistico della Srl Giuseppe Savino) e condotto dal sindaco di Castellana Grotte Domi Ciliberti. Aperta da Lino Banfi, l’edizione 2024 (con accesso gratuito e in diretta streaming Facebook) si concluderà giovedì 18 luglio con il regista Matteo Garrone.

A dispetto dell’imponente stazza fisica e dei frequenti ruoli da cattivo, Esposito è un classico gigante dal cuore tenero. Eloquente la singolare proposta di matrimonio formulata alla fidanzata Paola Rossi nello scorso inverno sulla pista di ghiaccio del Rockfeller Center di New York: «L’idea - rivela - è quella di programmare il matrimonio nel 2025 lavoro reciproco permettendo»

Quanto ha inciso Genny Savastano nella vita di Salvatore Esposito e quanto lo ha reso ostaggio?

«Il successo della serie tv mi ha radicalmente cambiato la vita rendendomi riconoscibile nel mondo ed è normale che il pubblico ti associ al personaggio. Fortunatamente il ricco percorso artistico intrapreso mi consente di fare diverse cose sia da attore che da scrittore: a breve, dopo “Lo Sciamano” del 2021 e “Eclissi di sangue” del 2022, uscirà il terzo romanzo della trilogia dedicata al profiler Christian Costa. Romanzi pensati anche in chiave cinematografica per una futura trasposizione. E chissà che non si ritorni in Puglia dopo “Spaccapietre”, girato anche a Bari, Taranto e Pulsano e incentrato sulla piaga del capolarato . Interpreto Giuseppe, un bracciante pugliese che si ritrova ad affrontare una dura realtà dopo un grave incidente sul lavoro che gli costa la vista da un occhio».

Nota è la passione per il calcio di Salvatore Esposito, peraltro omonimo del centrocampista dello Spezia e fratello maggiore dell’attaccante Sebastiano che a Bari ha lasciato ottimi ricordi. Napoli e Bari sono accomunati dalla proprietà della famiglia De Laurentiis.

«Sono sempre stato un loro sostenitore: ci hanno riportato dalle ceneri del fallimento e dalla C allo scudetto, evento che ha ricordato i fasti di Maradona. I risultati contano più di ogni polemica e lo sport non dovrebbe dividere le persone ma unirle. Bari è una piazza bellissima e calorosa che merita di tornare ai livelli che le competono e con essa spero di veder gioire l’amico e conterraneo Raffaele Maiello».

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