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Massimo Lopez e Tullio Solenghi, tornano in Puglia i due «ragazzi irresistibili»

 
NICOLA MORISCO

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NICOLA MORISCO

Massimo Lopez e Tullio Solenghi, tornano in Puglia i due «ragazzi irresistibili»

A novembre con date a Bari e Taranto il duo dei record, dopo diverse stagioni da «tutto esaurito», con i loro precedenti spettacoli

Giovedì 08 Febbraio 2024, 12:45

12:47

Torna finalmente a teatro, in Puglia, il duo dei record, dopo diverse stagioni da «tutto esaurito», con i loro precedenti spettacoli. Massimo Lopez e Tullio Solenghi stavolta ripartono da «Dove eravamo rimasti», show che andrà in scena sabato 16 novembre alle 21, al Teatro Orfeo di Taranto, e domenica 17 novembre, alle 18.30, al Teatro Petruzzelli di Bari, in due date organizzate da Aurora Eventi.

La vendita dei biglietti, su ticketone.it (e in tutti i punti vendita del circuito TicketOne), è appena partita (info: 328.351.94.02. Lopez e Solenghi hanno scritto questo spettacolo con la collaborazione di Giorgio Cappozzo, in una produzione firmata da International Music and Arts.

La formula è quella che li ha fatti diventare due degli artisti più amati in Italia, legata allo stile del varietà e impreziosita dalla musica dal vivo della Jazz Company, diretta dal maestro Gabriele Comeglio.

«La sensazione più esaltante del nostro ultimo spettacolo, “Massimo Lopez e Tullio Solenghi Show”, è stata quella di avere di fronte a noi ogni sera non soltanto un pubblico empatico e festoso, ma una sorta di famiglia allargata, dei veri e propri parenti che hanno condiviso alcuni momenti della nostra avventura scenica con frammenti della loro vita», spiegano Lopez e Solenghi. «Ecco perché siamo voluti ripartire proprio da qui, non a caso l’abbiamo battezzato “Dove eravamo rimasti”».

Il loro nuovo spettacolo proporrà numeri, sketch, brani musicali e contributi video, con alcuni picchi di comicità come una lectio magistralis di Vittorio Sgarbi (interpretato da Lopez), un affettuoso omaggio all’avanspettacolo, ed il confronto tra Mattarella e Papa Bergoglio, inseriti nella loro ormai collaudata dimensione dello show. «Il filo conduttore sarà quello di una chiacchierata tra amici - proseguono i due -, la famiglia allargata di cui sopra, che collegherà i vari momenti di spettacolo. La band del maestro Gabriele Comeglio sarà ancora una volta con noi sul palco, irrinunciabile “spalla” della cornice musicale. L’intento è quello di stupire ed emozionare ancora una volta quei meravigliosi “parenti” seduti giù in platea».

In quasi due ore di spettacolo Lopez e Solenghi, da straordinari mattatori del palcoscenico, offriranno il meglio di uno sterminato repertorio, con l’empatia spassosa ed emozionale del loro inconfondibile «marchio di fabbrica», uno stile comico che conquista proprio tutti, dal primo all’ultimo minuto.

Non mancheranno siparietti di vita domestica o i frequenti duetti musicali: celebri e particolari le loro «versioni» di Gino Paoli e Ornella Vanoni; fino a quello più recente di Dean Martin e Frank Sinatra, che ha sbancato in Rai una celebre puntata di «Tale e Quale Show». Nelle loro ultime uscite a teatro li abbiamo visti imbattersi anche in un Amleto multietnico, in un Rossini eseguito «coi denti», negli echi di politici vecchi e nuovi, o nell’apparizione improvvisa di Paolo Conte in persona. Ma uno dei maggiori talenti di Lopez, tra i tanti, è sicuramente la sua «trasformazione» nei papi storici e in quelli odierni. Li fa tutti meravigliosamente, da Roncalli a Bergoglio. «Ormai mi sono specializzato in papi - afferma Lopez -, imito volentieri Wojtyla, mentre di san Giovanni XXIII conosco a memoria il discorso della Luna, quello delle carezze ai vostri bambini. Quando fu eletto Ratzinger, il 19 aprile del 2005 ero tra i fedeli in piazza San Pietro e aspettavo che il nuovo Santo Padre uscisse sul balcone della loggia per la tradizionale benedizione. A un certo punto mi si avvicinò un alto prelato e mi domandò: “Ma lei è qui per studiare, vero”? Un’altra volta mi trovavo nella basilica vaticana per la cerimonia della candelora, celebrava san Giovanni Paolo II, malato e in avanzata età, parlava a fatica: ero seduto in un banco della seconda fila quando arrivò un cardinale che scherzosamente mi disse: “Che piacere vederla qui, il Santo Padre è stanco, perché non finisce lei di leggere l’omelia?”».

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