Perché New Amsterdam è diversa da tutte le altre serie ambientate negli ospedali? L’idea vicente è l’invenzione del protagonista principale, Max Goodwin (ottimo Ryan Eggold), direttore sanitario di uno degli ospedali pubblici più antichi degli Stati Uniti, Il New Amsterdam. Una struttura prestigiosa ma al collasso, a corto di fondi e personale. Max però non è un medico qualsiasi, è intelligente, empatico, soprattutto è un uomo con una visione.
Il suo obiettivo è assistere al meglio i pazienti e riportare il New Amsterdam agli antichi splendori sperimentando terapie innovative e facendo impazzire i membri del consiglio di amministrazione. Il suo cervello non si ferma mai (tranne se costretto), sprizza entusiasmo e creatività da ogni poro, nonostante abbia una moglie Georgia (Lisa O’Hara), in attesa della loro prima figlia, che si sente trascurata, eppure insieme troveranno la forza di andare avanti. Max inizia la sua battaglia all’interno dell’ospedale, sfidando ogni regola al motto di «come posso aiutare?». Accanto a lui ci sono altri personaggi notevoli come Lauren Bloom (Janet Montgomery) ed Helen Sharpe (Freem Agyeman) che si occupa del reparto oncologico e diventa molto importante per Max con il passare del tempo, il dottor Kapoor (Anupam Kher) e Iggy Frome (Tyler Labine, entrambi un vero spasso. Belle le storie individuali e corali. La serie (su Netflix) trae ispirazione dalla storia del Bellevue Hospital di New York City, e più precisamente da Twelve Patients: Life and Death at Bellevue Hospital, il libro scritto dal suo ex direttore sanitario Eric Manheimer.