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Enzo Avitabile sul palco di Ginosa: «La guerra? Meglio na’ tammurriata»

 
Antonella De Biasi

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Antonella De Biasi

Enzo Avitabile sul palco di Ginosa: «La guerra? Meglio na’ tammurriata»

Emozioni assieme alla band «Bottari», con gli storici successi

Martedì 10 Ottobre 2023, 12:17

GINOSA - «Meglio na’ tammurriata ca na’ guerr»: è con questo verso del cantautore Marcello Colasurdo, icona neo folk della storia della musica, recentemente scomparso, che il maestro Enzo Avitabile, accompagnato dalla band «I Bottari» ha iniziato il suo strepitoso concerto in piazza IV Novembre, a Ginosa (Taranto). L’evento ha concluso la rassegna estiva del Comune, «VertiGinosaeMarina», che ha visto la partecipazione di altri grandi artisti, come la cantentessa Carmen Consoli, con un acustico al tramonto sul mare della Marina.

«Ginosa ha bisogno di cultura - hanno detto in apertura del concerto, il sindaco Vito Parisi e il delegato agli spettacoli, Giuseppe D’Amelio - e non abbiamo avuto dubbi sulla presenza qui di un grande artista, che non ha bisogno di presentazioni. Le sonorità di questa sera ci accompagnano in una dimensione musicale altissima che conclude una rassegna che ha visto la musica e la cultura, lo sport, il rapporto con la gente, centrali».

Dopo una carriera costellata di successi e collaborazioni prestigiose, il maestro Avitabile, è dal 2003 direttore artistico del Festival Internazionale di World music «Sentieri Mediterranei» e dal 2015 di Leuciana Festival. Nel 2004 è uscito Salvamm’ ‘o munno, disco a cui collaborano Khaled, Manu Dibango, I Bottari di Portici con cui si è esibito sabato, Amina, Simon Shaeen, Hugh Masekela, Luigi Lai, Cantori del Miserere di Sessa Aurunca e Baba Sissoko. Le note di copertina dei suoi dischi sono firmate dall’antropologo Marino Niola. Nel 2005 e 2006 ha ricevuto 4 nomination ai Bbc World Music Awards.

Ad affiancare Avitabile ci sono stati appunto «I Bottari», gruppo musicale tra i più suggestivi ed autentici dell’intero panorama della world music, che nasce a Portico, nel cuore della Campania contadina, su iniziativa di Pasquale Romano. Gli strumenti utilizzati sono botti, tini e falci, usati come percussioni e scandiscono arcaici ritmi processionali, con accompagnamento di canti tradizionali, legati alla tradizionale coltura della canapa in terra di lavoro. Il modo di fare musica dei Bottari di Portico nasce da un’antica tradizione che narra che i contadini, nel tentativo di scacciare gli spiriti maligni dagli angoli bui delle loro cantine, percuotevano freneticamente botti, tini e falci, attrezzi impiegati nel quotidiano lavoro nei campi.

Grande entusiasmo e capacità di coinvolgere il pubblico numeroso, in piazza IV Novembre, ancora bardata a festa dalle luminarie della ricorrenza in onore della Madonna del Rosario: un set perfetto per i turisti, i seguaci della buona musica e i fotografi del territorio, come Michele Grecucci, dietro e avanti le quinte del grande palco. Pezzi bellissimi che hanno fatto la storia del soul e delle sonorità afro-americane come Soul Express, Napoli Nord, Mane e mane, Don Salvatò e Terra mia. Per arrivare a Nun ‘è giusto e A peste, entrambe tratte dall’album Salvamo o’munno. Nel 2012 il regista Jonathan Demme (Il silenzio degli innocenti tra i tanti suoi capolavori) gli ha dedicato un docufilm presentato al Festival del Cinema di Venezia.

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