L’Archivio Centrale dello Stato è una delle più importanti istituzioni culturali italiane. Fin dalla sua nascita, negli anni Cinquanta del secolo scorso, quando ha occupato un palazzo lasciato incompiuto nel quartiere romano dell’Eur, questo istituto è delegato a raccogliere i documenti di maggior rilievo della storia della nazione, dal Risorgimento agli anni più recenti. Oggi - come racconta «La memoria in uno scrigno.
L’Archivio Centrale dello Stato», in onda in prima visione questa sera alle 21.10 su Rai Storia per «Italia. Viaggio nella Bellezza» - l’Archivio si è dotato di una mostra permanente, «Lo scrigno della memoria», con cui mette a disposizione del pubblico il suo patrimonio più importante.
A raccontarlo sono il sovrintendente Andrea De Pasquale, gli storici Luigi Melis, Mauro Canali e Valentine Lomellini, e i funzionari dell’archivio che ogni giorno fanno funzionare la complessa macchina. Oltre 160 chilometri lineari di documento (ma la massa di documenti in attesa di versamento è di eguale misura) che dipanano la storia del nostro paese. Dalle carte dei grandi statisti, come Giovanni Giolitti e Aldo Moro, alle principali leggi dello Stato, dalle carte prodotte dall’amministrazione pubblica alle grandi inchieste sul Paese.
Una vera e propria «memoria» d’Italia, in cui ogni giorno studiosi e ricercatori scrivono nuove pagine di storia.