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Auguri a Superman, l’eroe intrepido del sogno americano

 
Enzo Verrengia

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Enzo Verrengia

Auguri a Superman, l’eroe intrepido del sogno americano

Il mito del fumetto e del cinema compie 85 anni. Ma non va in pensione

Domenica 02 Luglio 2023, 12:33

Buon compleanno a Superman per i suoi splendidi 85 anni, senza un solo capello bianco o un accenno di stempiatura. La sua chioma si mantiene compatta e corvina con una sfumatura bluastra. La muscolatura ipertrofica ha una consistenza montagnosa.

C’erano una volta due adolescenti timidi e secchioni, a Cleveland, nell’Ohio. Jerome Siegel e Joseph Schuster diventano spesso gli zimbelli dei loro compagni di classe. Questi bulli ben piazzati sono i tipi preferiti di tale Lois Amster, belloccia della scuola, che Siegel e Schuster amano senza speranze. A un certo punto leggono un romanzo, Gladiator, di Philip Wylie, in cui uno scienziato inietta alla moglie incinta un siero che fa nascere un bambino forte e invincibile, in grado di fare salti enormi. Di qui l’idea di Superman, che viene a Siegel in una notte estiva d’insonnia del 1934. Sarà l’amico Schuster a disegnarlo. Il personaggio appare per la prima volta sul numero del periodico a fumetti «Action Comics» che esce il 10 giugno del 1938. Lois Amster fornirà i tratti fisici e caratteriali di Lois Lane. Che bella vendetta! Una signorina di provincia che aveva rifiutato la corte di due geniali inventori di miti viene condannata a essere il modello per colei che da oltre mezzo secolo cerca senza successo di portare Superman all’altare...

Quando si decise di far morire Superman, pareva che il pubblico giovanile non riuscisse più a identificarsi con lui. Il pubblico dei lettori negli Stati Uniti era ormai composto in prevalenza da afroamericani, ispanici, asiatici, non conformi allo stereotipo Wasp, White-Anglo-Saxon-Protestant, bianco anglo-sassone e protestante. Ma Superman era un simbolo multietnico. Quindi la sua rinascita. Il paladino rosso e blu che svolazza tra i grattacieli seguito con gli occhi dalla gente che esclama: «È un uccello? È un aereo? È Superman?»

A incarnarlo per primo sul grande schermo fu Kirk Alyn. Dopo la mano passò a Bud Collyer, la «voce» di Superman alla radio e nei cartoni animati. Poi George Reeves, che lo interpretò in un ciclo di telefilm negli anni ‘50. L’attore fu identificato a tal punto con il personaggio che gli riuscì difficile trovare altre scritture, e morì in circostanze non chiare. Negli anni ‘80, il compianto Christopher Reeve fu protagonista di quattro film prodotti da Alexander e Ilya Salkind, insuperati per la tecnica degli effetti speciali, specie nelle sequenze di volo.

Ma nessuna figura in carne ed ossa ha sostituito nella mente del pubblico l’immagine originale di Superman. Eppure il personaggio resta debitore fuori dai fumetti per alcuni vizi e virtù. Cominciando dalla kryptonite, terribile minerale residuo dell’esplosione del pianeta natale dell’Uomo d’Acciaio, che emette radiazioni per lui letali. Venne introdotto nella serie radiofonica col già citato Bud Collyer. Ancora quest’ultimo, per sottolineare con un’audience che non lo vedeva, ascoltandolo solamente, il cambiamento d’identità da Clark Kent a supereroe, inventò la frase proverbiale: «Questo è un lavoro per Superman.» Mentre gli stessi nomi dei suoi autentici genitori del mondo di Krypton, Jor El e Lara, furono precisati addirittura in un romanzo del 1942, Superman, di George Lowther. In precedenza, l’eroe rosso e blu veniva presentato solo come un terrestre superdotato, e in seguito gli si era costruita un’origine extraterrestre ad hoc. Una prima, infelice versione della coppia kryptoniana che l’aveva messo al mondo era Jor-L e Lara.

Nelle tavole degli esordi, il giornale presso cui lavorava Clark Kent aveva un altro nome, «Daily Star», ed era diretto da un tale George Taylor. In seguito, la testata si chiamò «Daily Planet», e a guidarla arrivò il sanguigno Perry White.

Il contrasto fra Kent e il suo alter ego supereroe si gioca tutto sul piano umano. Dove non arrivano gli ultrapoteri, tocca all’intuito, alla comprensione del prossimo, al coraggio di calarsi nella quotidianità. Per rilassarsi Superman vola al polo nord, dove sorge la Fortezza della Solitudine, scavata nel ghiaccio. Il suo peggior nemico è più temibile oggi che non sogna più di conquistare il mondo, contentandosi di profitti immensi. Lex Luthor, già scienziato pazzo e genio del male, è stato promosso proprietario di un impero economico. Per compiere imprese criminali non ha più bisogno di robot e armi terrificanti: usa i computer. Nonostante gli 85 anni di attività indefessa di Superman, il mondo non è diventato più sicuro. Meno male per l’Uomo d’Acciaio, che non rischierà mai il pensionamento.

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