Il senso di colpa è la linea sottile che lega le quattro stagioni di The Sinner (in streaming su Netflix). Il detective Harry Ambrose (un dolente Bill Pullman) guida lo spettatore tra i vari episodi, ogni serie è dedicata a un caso, o a una persona. Dopo Cora, Julian, Jamie, l’ultimo caso riguarda Percy Muldoon (Alice Kremelberg), una ragazza che vive in un’isola nel Maine dove Harry è andato finalmente in vacanza con la nuova compagna incontrata in precedenza, l’artista Sonya Barzel (Jessica Hecht).
Già dall’inizio si capisce che sebbene sia passato un anno, Harry stia ancora soffrendo per la morte di Jamie (lo psicopatico della stagione precedente, con cui però si era connesso psicologicamente), continua ad avere incubi e la sua proverbiale insonnia non fa che peggiorare. Prova a mettercela tutta, a farsi conquistare dalla bella casa sull’oceano che ha trovato Sonya, ideale per prendersi una pausa. Ma non appena arrivato, incontra Percy e poi durante una passeggiata notturna la vede buttarsi da una scogliera.
La famiglia Muldoon, che ha radici da oltre due secoli, non gli crede così come la polizia locale e Harry incomincia a dubitare di se stesso. Nel frattempo, Percy è sparita e passano i giorni e gli indizi puntano alla tragedia. Che sia stata rapita o addirittura uccisa ormai pare fuori dubbio, come gli abitanti, perlopiù pescatori, nascondano segreti terribili e siano potenziali sospettati. Più Harry si addentra nel mistero che avvolge il paese, più si susseguono i colpi di scena. Peccato e religione sono i temi ricorrenti di questo interessante thriller antologico, partito con la storia di Cora (Jessica Biel), diventata poi produttrice esecutiva.
