Il fischio del treno, poco prima della mezzanotte, era una sorta di coprifuoco per tanti di noi, a Siponto. Si tornava a casa, a gruppi almeno di dieci, e ognuno guardava l’altro. Si correva spensierati, in attesa del mattino e di un bel bagno. E poi di un altro ancora, fino a essere sfiniti di giochi, di un sole comunque non bruciante e di un mare dentro cui, qualche volta, rimediavi un morso di medusa. Qualche volta. E ci si sentiva pure grandi a esibire lo sfregio del tentacolo. Storie di ieri in cui in tanti si riconosceranno. E oggi? Si vorrebbe andare avanti ma, al contrario, si fanno giganteschi passi indietro nella bella Siponto, buen retiro di molti foggiani e non solo, da generazioni. La notizia che ha fatto il giro del mondo – perché a Siponto ci sentiamo tutti così, molto protagonisti, e va benissimo – ha fiaccato gli entusiasmi di tutti: un divieto di balneazione così prolungato da togliere il sorriso a bambini, genitori, gestori di lidi e tanta maestranza indotta. Come se non bastasse, ci si è messo storto, è il caso di dire, anche il vento; prolungato, fastidioso, ai limiti del freddo in serata, da rendere impossibile persino passeggiare. A voler vedere il bicchiere mezzo pieno si fa fatica davvero, non foss’altro perché chi conosce bene Siponto potrebbe a buon titolo dire che “si stava meglio quando si stava peggio”. Ora i treni sono una rarità, e comunque una concessione tirata, tra polemiche a non finire; per non dire della ‘bretella’ di collegamento a pochi metri dalla stazione di Siponto, mai utilizzata. Il mare è quello che è e il vento anche. Risultato: un paesino sempre meraviglioso ma avvolto in un silenzio innaturale, che speriamo possa essere rotto quanto prima. Si teme l’effetto psicosi quando tutto tornerà alla normalità, con buona pace delle condotte fognarie e dell’“affaire” rifiuti, che ha fatto infuriare i cittadini di Manfredonia. Insomma: fino a poco tempo fa si rideva, ci si rilassava, nulla era interdetto. In un passato più remoto – direbbe qualche nostalgico e avrebbe ragione – funzionava addirittura tutto. Ma non è comunque tempo di rassegnazione: in fondo l’estate è appena iniziata e, come nel film di Muccino, vorremmo sentircela addosso. “L’estate addosso”, appunto, dove il protagonista dice che “ci sono estati che ci porteremo addosso per sempre, estati che ricorderemo, estati che sogneremo di vivere ancora”. Iniziamo da questa. Mare, vento – e dimenticavamo fuoco – permettendo.

Con il treno che dettava i tempi del riposo
Domenica 13 Luglio 2025, 01:18