Ufficializzazioni di candidature, apertura di danze elettorali, esortazioni alle donne a scendere in campo, riesumazioni. In queste settimane di preparazione per le elezioni amministrative, alcuni esponenti politici, per mostrarsi al mondo inclusivi ed evoluti, propongono saggiamente una sindaca donna per la città di Matera. Si sa che non è mica solo il sesso a fare la differenza per governare una città complessa che ne contiene due, ma semmai le qualità della leadership, meglio se femminile, sempre più necessarie in una regione dominata ancora da logiche patriarcali e reti di potere consolidate, affiliazioni, filiere corte a gestione maschile. Fortuna che esiste la neuroscienza a spiegare su basi evidenti la differenza di stili di leadership tra maschi e femmine, e quindi a spiegare quanto sia giusta la proposta, indagando i distretti celebrali di maschi e femmine.
Nei maschi, l’ipotalamo, struttura che controlla e integra le funzioni del sistema nervoso autonomo e l’amigdala, la casa delle emozioni, sono di fatto più voluminosi. Nelle femmine invece è la corteccia parafrontale, fondamentale per le decisioni, la pianificazione dei comportamenti cognitivi complessi e nella moderazione della condotta sociale, ad essere più grande rispetto all’ippocampo, centro di controllo delle emozioni e di formazione dei ricordi e delle aree cerebrali devolute al controllo del linguaggio. Quanto incidono queste differenze negli approcci alla gestione di un’organizzazione, di una comunità? Il risultato a cui si arriva è il riflesso della diversità neuronale? Gli studi ci dicono che la leadership femminile è più sistemica e modulare, inclusiva e generativa, quindi ideale per far evolvere un mondo in cui è necessario cooperare. La leadership maschile è focalizzata e di impatto, orientata al posizionamento, fatta di lealtà a regole e gerarchie, con attenzione all’obiettività. Mentre l’archetipo della donna esprime la propria guida con modelli orizzontali, l’uomo è un leader eroe di gesta epiche alla conquista di scenari futuri. Le componenti genetiche ereditate, le condizioni ambientali in cui siamo immersi, secondo la scienza quindi determinano comportamenti diffusi, addestramenti appresi e culture che si tramandano. Guardandoci attorno, tutto il mondo è costruito con schemi maschili a cui le donne si sono adattate, banche, ministeri, scuole, ospedali, sistemi di business, spesso imitando lo stesso mindset maschile per fare carriera, o cooptate per raggiungere posizioni di rilievo, con difficoltà ad esprimere l’unicità del proprio talento. Quindi bene favorire le leadership femminile e avere una donna sindaco, purché non sia un maschio in gonnella, una uoma del terzo millennio con piglio aggressivo affetta pure dalla sindrome dell’ape regina.