Orta Nova. Qui è di scena l’inferno. Andrea Gaeta, figlio di un boss di Orta Nova, viene ucciso per motivi passionali da Mirko Tammaro. Per ragioni di sicurezza il Questore Ferdinando Rossi vieta immediatamente i funerali pubblici. Il sindaco chiede al Prefetto di ‘intercedere’ affinché tale rigorosa decisione venga rivista, cosa che non accade. Quello che segue è una sequenza agghiacciante: viene proclamato il lutto cittadino per Andrea; un mese dopo il papà di Mirko, del tutto estraneo alla vicenda, viene ucciso. La famiglia va via da Orta Nova. Sembra di stare secoli indietro, eppure è storia di due anni fa. Come se non bastasse, altra acqua torbida scorre sotto i ponti di Palazzo di città: connivenze da brividi, per amore di sintesi. È il 12 giugno quando il Comune viene sciolto per mafia. La risposta è finalmente chiara: la Chiesa si mobilita, il coraggio di non tacere diventa megafono nelle mani di parroci, del Vescovo Fabio Ciollaro e della pastorale giovanile, veri fuochi accesi, tutti insieme per la festa patronale, in questa città soggiogata, forse stordita, ma reattiva; le luminarie, pur presenti, cedono le loro luci a un momento di riflessione tra spirito e laicità. Tuona don Maurizio Patriciello, una vita in quel di Caivano dove le piazze di spaccio non si contano più; come la stola di un prete, la fascia tricolore va baciata, rispettata, ammonisce. E macchie non devono esserci per questi paramenti sacri e laici. Parla di semi da far crescere e di una declinazione laica dei valori del Vangelo. Ovunque siamo, lì dove operiamo. Una folla consistente, e un gruppo di giovani che emblematicamente resta per tutto il tempo sul palco, ascolta in silenzio. Non manca nulla in questa serata che poco concede ai piaceri della gola di una festa patronale, ma si mostra utilissima per far capire da che parte stare, come reagire. Giovani e adulti indistintamente. Lo fa il Procuratore aggiunto Antonio Laronga che in “Quarta mafia” fa nomi e cognomi precisi. E ammonisce i giovani: i delinquenti fanno una brutta fine, oltre a vivere in un’angoscia perenne. Ma la squadra Stato c’è in tutta la sua evidenza e indica da che parte stare. Schierarsi con la giustizia è il monito del Prefetto Maurizio Valiante, mentre ancora viene ribadito che Orta Nova non è sola dal commissario prefettizio Angelo Caccavone. Stato e Chiesa marciano con un obiettivo condiviso. Nel nome di un ‘no’ a ogni forma di mafia che Frate Antonio declinò secoli fa difendendo poveri, orfani e vedove.

Domenica 16 Giugno 2024, 06:30