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A Lecce Grigor Banushi con «Sinfonia incompiuta», gli scrittori resistono

 
Luisa Ruggio

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Luisa Ruggio

A Lecce Grigor Banushi con «Sinfonia incompiuta», gli scrittori resistono

L'autore albanese ospite di un incontro firmato dal Polo Bibliomuseale e dalla casa editrice Besa Muci

Domenica 12 Novembre 2023, 14:02

In questo autunno dolciastro come una vecchia canzone di Carmen Consoli, può capitare di incontrare narratori venuti da lontano, o semplicemente dal mare, con le loro storie raccontate per chi ama starsene in ascolto. Mi è capitato così di ritrovarmi a dialogare in una delle sale del Convitto Palmieri con lo scrittore albanese Grigor Banushi, che è stato ospite di un incontro sostenuto dal Polo Bibliomuseale e dalla casa editrice Besa Muci, che ha da poco pubblicato Sinfonia incompiuta, uno dei tanti romanzi firmati da questo scrittore tradotto per la prima volta in Italiano.

Si tratta di una preziosa anomalia nella complessa varietà del sistema romanzo, perché la letteratura trans-adriatica dell’ultimo ventennio ha raccontato l’esodo dal punto di vista di chi l’ha vissuto e spesso con lo spirito del memoir, non che la narrativa di Banushi tralasci la memoria, tuttavia si concentra sulla fiction e lo fa con un respiro europeo. In ogni caso, resta la fotografia di un incontro straordinario con uno scrittore assai prolifico che in Albania è stato anche un giornalista di Radio Tirana e ha insegnato a lungo nel distretto di Puka.

Simfonia e pambaruar è il titolo originale dell’opera che ha portato questo scrittore a Lecce. Mi ha sempre colpito il poter constatare che in questo pazzo mondo che ci ospita per un tempo indeducibile, ci siano ancora scrittori veri; mi commuove il pensiero che in tutto questo esubero di realtà, esistano ancora esseri umani che sono modelli di intensità, persone che estraggono dall’ignoto che li abita ognuna di quelle pagine che consegnano ai lettori sconosciuti. E forse è questa la mia più grande speranza, il fatto che malgrado il mondo tenda a fallire per vocazione alla distruzione, malgrado ogni giorno venga violato il diritto alla Bellezza che è la vita stessa, malgrado tutti quelli che smettono di sentire già in tenerissima età, gli scrittori non si estinguono e sono necessari. Perché altrimenti, se nessuno lo racconta, se nessuno lo inventa, romanzo dopo romanzo, il mondo non esiste.

Mentre la sera scendeva sulla città, avendo il privilegio di osservare Grigor Banushi da vicino, questo signore d’altri tempi e culture, mi ha dato l’impressione che tutto sommato siamo ancora in tempo, siamo sempre in tempo, per dare corpo a un nuovo incipit. In tutti i suoi libri, pubblicati dopo la dittatura, c’è musica. E in tutti i suoi anni, ho riconosciuto il senso della gioia di scrivere: finché c’è vita, c’è vita.

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