Nel cuore di New York, la Makowski Gallery ospita Transformations: Alchemy in the Everyday (25 settembre – 15 ottobre 2025), mostra personale di Cynthia Karalla: un viaggio visivo tra dolore, rinascita e poesia quotidiana. Molte opere nascono a Matera e in Basilicata, portando con sé la luce antica e le ombre del Sud, dove pietra e paesaggio diventano simboli universali di fragilità e forza. Karalla, cresciuta in un contesto cattolico, costruisce la sua pratica su una forma di alchimia radicale e silenziosa: non la trasmutazione della negatività, ma del sé. Attraverso l’obiettivo, il dolore si fa bellezza, ciò che è frammentato si ricompone, il rifiutato diventa sacro. È in questo spirito che serie come Baby Grand Piano, Poppies, Mona Lisa e CrackedRibs compongono un racconto corale sull’essere umano e sulle sue infinite metamorfosi.In Baby Grand Piano (2003), realizzata a Matera, alcune donne portano i loro compagni dall’artista per ritrarli nudi: Karalla si attende scandalo, trova invece apertura e gratitudine. Il corpo maschile, solitamente simbolo di potere, diventa tenerezza e vulnerabilità condivisa, coraggio di mostrarsi senza difese. Il dolore diventa rito in Poppies: stesa nel fango tra gli insetti dopo la perdita di un caro amico, Karalla fotografa papaveri selvatici che ondeggiano nella luce. Sono immagini intrise di grazia e malinconia, un’accettazione visiva dell’impermanenza. “È meglio aver amato e perso che non aver mai conosciuto l’amore”, sembra sussurrare ogni petalo. Con The Mona Lisa Series, oltre 3.500 fotografie documentano l’evoluzione di un individuo nel tempo, meditazione sull’identità come processo fluido. Ispirata all’ermetismo, la serie diventa metafora di alchimia interiore: attraverso tempo e introspezione l’essere umano si eleva dalla materia alla trascendenza. Nata durante una convalescenza, CrackedRibs esplora la trasformazione della percezione: lasciando l’obiettivo aperto per lunghi periodi, il tempo diventa coautore, invitando a sostare e notare ciò che spesso sfugge.Le immagini scattate tra vicoli di tufo e paesaggi rupestri della Basilicata amplificano il dialogo tra intimo e universale. La luce che scolpisce Matera, il silenzio dei calanchi e la bellezza austera del Sud diventano parte della narrazione alchemica: luoghi dove la storia sedimentata nella pietra si intreccia con la fragilità del presente, offrendo visioni di trasformazione, resilienza e poesia quotidiana. Con le sue opere Karalla costruisce un incantesimo visivo che ci ricorda una verità radicale: nulla è intrinsecamente negativo. Ogni esperienza — per quanto dolorosa o frammentata — contiene in sé i semi della metamorfosi. Sta a noi coltivarli, con lo sguardo, il tempo e l’amore.

Un lungo viaggio con le opere di Karalla
Domenica 28 Settembre 2025, 10:56