Domenica 19 Ottobre 2025 | 14:56

Addio al prof. Luigi Paglia, voce «attiva» di Foggia

Addio al prof. Luigi Paglia, voce «attiva» di Foggia

 
rossella palmieri

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rossella palmieri

Addio al prof. Luigi Paglia, voce «attiva» di Foggia

Ha sempre creduto nella forza della cultura

Domenica 19 Ottobre 2025, 11:00

Se ne va un Professore di lungo corso, che ha formato studenti di scuole superiori e dell’Università, e che ha saputo come pochi leggere il proteiforme volto di Foggia, dai suoi albori e candori alle sue crisi senza fine, non perdendo mai ottimismo e speranza, come si conviene a chi crede davvero nella forza della cultura. Lui, Luigi Paglia, lo abbiamo sempre immaginato come il fine ricercatore, il conferenziere profondo, l’uomo delle biblioteche e degli archivi; ma era anche calato nell’attualità e nella tecnologia e sapeva correrle incontro senza rincorrerle ed esserne schiavo.

Fu uno dei primi a usare il computer a scuola e aveva studiato, sino a insegnarla, l’informatica applicata alla letteratura. Voce attiva di una Foggia raccolta intorno al cenacolo della “Dante Alighieri” – a cui la città più di un tributo dovrebbe per lo zelo nel portare avanti temi di vasta portata scandagliati da grandi autori del Novecento letterario – Luigi Paglia ha sempre coniugato il rigore a quel tratto dell’umiltà tipico dei grandi, senza mai perdere in bonomia e senza mai cedere alla sterile erudizione. Per i grandi editori italiani, da Le Monnier a Mondadori, aveva pubblicato densi lavori su Ungaretti, ripercorrendo le tappe dello scrittore nella terra assolata e aprica.

Nel “Il grido e l’ultragrido” ci ha dato una intelligente lettura di Ungaretti evidenziando sia le modalità stilistiche, sia i meccanismi dello spazio e del tempo; e di queste poesie lo stesso Paglia, che è stato anche un raffinato poeta, ne ha tracciato per la prima volta un’analisi organica. Si laureò con Mario Luzi e di lui divenne amico al punto da invitarlo a Foggia per mostrargli le bellezze di una terra selvaggia e contraddittoria, la stessa che piacque ancora Ungaretti che tanto si innamorò dei nostri simboli, dalla Fontana del Sele – “Foggia e le sue fontane! Non è quasi come dire un Sahara diventato Tivoli?” – al Piano delle Fosse – “piazza ovale che non finisce più, d’una strana potenza. È tutta sparsa di gobbe, accecante di polvere” – con i suoi ‘pozzi’ che a dire del poeta dovrebbero diventare monumento nazionale.

Di queste voci maestose e autorevoli è stato testimone Luigi Paglia. Poeta, scrittore, critico letterario, Professore e molto altro. Che di lui non ci si dimentichi all’indomani del suo congedo dalla vita. Generazioni di studenti possono senz’altro formarsi sulle sue ricerche e sul suo pensiero, senza mai dimenticare che non esiste cultura senza ricaduta pratica nella vita.

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