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Il ricordo drammatico di viale Giotto, la ferita aperta di Foggia

Il ricordo drammatico di viale Giotto, la ferita aperta di Foggia

 
Rossella Palmieri

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Rossella Palmieri

Il ricordo drammatico di viale Giotto, la ferita aperta di Foggia

Quel giorno di 24 anni fa, la notte se ne prese 67 d’un colpo, la più grande tragedia dopo la guerra del ‘43

Domenica 12 Novembre 2023, 14:06

Quel Giorno la Notte se ne prese 67 d’un colpo. Per altri sei la Sorte decise diversamente; né di qua, né di là. Dispersi. Nove sopravvissuti dovettero fare i conti con gli incubi. A distanza di 24 anni quel palazzo sbriciolato in viale Giotto, arteria cittadina ingentilita da file di alberi, ci racconta quanto sa essere crudele la vita, ma ancor di più, cruda, l’imperizia e la superficialità con cui venne costruito un palazzo la cui resistenza negli anni fu persino un miracolo, tanto pervasivo era stato il pressapochismo dei lavori. Tutte le ricorrenze mettono tristezza; e del resto novembre non aiuta di suo, tanto più se si aggiunge che in questo mese, cinque anni dopo, ci fu un altro crollo, in Via della Frasche.

Nel pieno centro storico una palazzina venne giù d’un soffio. Otto persone, due nuclei familiari, restarono intrappolate sotto le macerie, questa volta per una fuga di gas. 11 e 20 novembre; due date di dolore e morte che i foggiani ricorderanno come i bombardamenti della seconda guerra mondiale. E se la comparazione non può esserci per il numero delle vittime – assodato che sessantasette e otto, ma anche uno, restano tristi cifre e altrettante lapidi – di sicuro l’impatto emotivo attraverserà le generazioni. Dal 12 novembre del 1999, del resto, Foggia si scoprì diversa, unita nel dolore, affratellata nel condividere una tragedia di immani proporzioni. Cosa sa dirci, oggi, questa data, al di là del sapore acre della ricorrenza? Che la superficialità, l’insipienza e il pressapochismo prima o poi generano mostri. Vale per un palazzo come per tutto.

Errori di omissione e commissione si pagano prima o poi, non di sabato come nel monito biblico. A un certo momento, nel tempo, persino nei decenni, si paga pegno. E allora che la memoria sia questa; fiori sì, ci ricordano sempre la bellezza della tenacia in una città che di bellezza ha bisogno come il pane. Ma fiori più resistenti dovranno essere atteggiamenti, modi di fare, buona capacità di amministrare e, quando occorre, far sentire la propria voce. Gli inquilini di viale Giotto, si apprenderà poi dai parenti delle vittime, già ad agosto avevano sentito scricchiolii e rumori, oltre che disallineamenti di porte e finestre. Che non si vada troppo veloce, pertanto, al punto tale da non dire ciò che non va. Mettere opportuni ripari a ogni situazione che cede, è il caso di dire. Che la memoria sia soprattutto questa.

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