Ada D'Eramo, vincitrice del premio Strega 2023, come Mariateresa Di Lascia vincitrice postuma nel 1995. Una storia che accomuna la scrittrice di Ortona (scomparsa due giorni dopo l'inserimento nella «dozzina») con la vicenda di Mariateresa, foggiana di Rocchetta Sant'Antonio: il suo «Strega» lo vinse a un anno dalla morte con il suo Passaggio in ombra. Tra Annamaria Ortese e Dacia Maraini si colloca lei, questa giovane donna che la morte ghermì a 40 anni, tuttavia ricchi di vita. Deputata radicale, attivista, si batté per numerose cause, dalla riforma delle pensioni ai diritti civili, dall’ecologia all’abolizione della pena di morte del mondo. Grande scrittrice ci ha lasciato il cupo affresco di una famiglia dell’Italia meridionale (zona non meglio precisata), dentro la quale si condensano le relazioni soffocanti e maledette di una stirpe in capo ai D’Auria.
La protagonista è Chiara, in geometrica contrapposizione con ‘l’ombra’ del titolo. Fosco il presente, nostalgico il passato, non c’è strada possibile per questa giovane donna suo malgrado costretta nelle maglie dei perbenismi familiari e delle relative incomprensioni, e dove un amore ostacolato – un cugino che lei non sa essere tale – diventa il punto a partire dal quale si snoda un itinerario di dolore che costeggia la follia. Benedetta memoria, poi, per provare a rasserenare mente e cuore e per avere la meglio sulle inadeguatezze di un sistema castrante e allo stesso temo sublimare una libertà impossibile. C’è un passo fondamentale del romanzo in cui tale dinamica emerge con virulenza: «quando aveva pensato a cosa sarebbe stata la sua vita, a quale forma si sarebbe piegata ad avere, se mai ne avesse avuta una, aveva sentito qualcosa ribellarsi dentro di sé, come per una insopportabile imposizione. Allora aveva avuto un solo desiderio: conservare il più a lungo possibile, forse per sempre, la libertà di non avere forma».
Mariateresa Di Lascia è stata visionaria nella sua scrittura: attraverso le tre donne del romanzo è riuscita a rendere plasticamente quelle forme ancestrali di un sud magico e cattivo che fa fatica ad emergere e imporsi.
Passaggio in ombra, pertanto, è un importante viatico per le donne di oggi, affinché gli inevitabili dolori, e gli ancor più inevitabili fallimenti, non abbiano mai l’ultima parola.