Sabato 06 Settembre 2025 | 21:46

Foggia canta Napoli, le capitali del Regno

 
Rossella Palmieri

Reporter:

Rossella Palmieri

Foggia canta Napoli, le capitali del Regno

Carlo I d’Angiò nel momento di scegliere la capitale del regno, pensò proprio alla città di Capitanata in alternativa a Napoli

Domenica 07 Maggio 2023, 15:22

FOGGIA - E Napoli fu. Lo sapeva bene Carlo I d’Angiò, il re di Sicilia morto a Foggia il 7 gennaio 1285. Eppure nel momento di scegliere la capitale del regno pensò proprio alla nostra città in alternativa a Napoli. La storia non si fa con i ‘se’, ma senz’altro questa circostanza può essere presa di peso in questi giorni in cui la vittoria dello scudetto del Napoli ha toccato anche il cuore di Foggia. In sistole e diastole, visto che la nostra città – come tutto il sud – non è mai esente da contraddizioni. Tante assonanze ci accomunano, ci svelano e ci velano. Come appunto è ben compendiato nel Cristo Velato  che nel 1753 l’alchimista, scienziato e letterato Raimondo De Sangro, principe di San Severo (ma nato a Torremaggiore) commissionò allo scultore napoletano Giuseppe Sanmartino. Si può dire che dall’arte allo sport il passo sia breve, assodato che uno scudetto nel suo profumo di lacrime e sangue, e dopo più di vent’anni, assume una veste persino mitologica, ma tanto può bastare per rivendicare un orgoglio che deve appartenerci, a dispetto di una simpatia a intermittenze tra le due tifoserie.

L’aspetto più nobile e bello di questa festa è racchiuso in un post che accomuna e accorcia le distanze. Naviga sui social, alla pagina “Terra di Capitanata – Forza Foggia”. In poche parole viene condensato un messaggio identitario che fa sussultare le due città per un medesimo obiettivo, senza distinzione di campo. È la parte nobile dello sport che si inscrive anche in un turismo calcistico fatto di bus pieni di tifosi, di sapori identici, di incitamento corale sugli spalti. Leggere “Forza Napoli e forza Foggia” fa lasciare sullo sfondo il pur spiacevole incidente della bandiera del Napoli rimossa da una macchina. Il diverbio, fortunatamente senza conseguenze e durato pochi secondi, gela comunque il sangue. “Qua non siamo a Napoli, siamo a Foggia” è nota stonata che non vogliamo sentire in questi giorni in cui la festa prosegue, l’ebbrezza non è passata e tanti giovanissimi tifosi foggiani esultano con i loro padri, compreso quel bambino che nel citato episodio sussurra impaurito: “è pericoloso”.

Noi, che alle favole ci crediamo – e la volata del Napoli favola lo è a tutti gli effetti – lasciamo sullo sfondo questo episodio nel nome di un amore che è il caso di rinsaldare. Un darsi la mano tra le tifoserie, insomma. Come la mano di Sanmartino del Cristo velato, che è presente anche nella Cattedrale di Foggia. Curiosamente nella scultura degli angeli reggifiamma.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)