Rebecca, Martina, ma anche Vincenzo e Giovanni. Le prime due ritrovate, gli altri due ritrovati morti. Storie apparentemente diverse, in realtà accomunate da un invisibile filo rosso. Un bel giorno non fanno ritorno a casa. Così, a far perdere le loro tracce, e non fa niente se ci sia o no un motivo per farlo, perché ciò attiene a quella quota di mistero che può non essere intellegibile all’altro, e men che meno a chi scrive di loro.
Scompaiono per un «clic» della mente oppure, e paradossalmente, per essere visti, con la segreta speranza di modificare uno scacchiere truccato? Del resto chi non ha ceduto anche solo per un attimo al fascino di mollare tutto e farsi una vita altrove? Ma alle giovani sentiamo di ricordare quella triste storia del pirandelliano Mattia Pascal che approfitta di uno scambio di persona per mandare a monte il suo triste matrimonio angustiato da moglie e suocera e il suo mediocre lavoro in una biblioteca dove nessuno entra, nella volitiva convinzione che lui «voleva vivere, vivere vivere»; e niente, nel suo paesino di Miragno alberga solo la morte.
Ci sono ingredienti a sufficienza per Mattia per scappare, Dio solo lo sa quanto gli doveva essere costato essere testimone, sono sue parole, di una tragedia che più comica non avrebbe potuto essere. Il punto è che, smaltita l’ebbrezza, non gli resta che constatare che fuori dalla convivenza civile non è possibile vivere. Che la libertà, pur apparentemente bella nel suo essere sconfinata, necessita di un certo perimetro che la delimiti, altrimenti si naufraga in una vita «senza costrutto e senza scopo».
Per dirla con Gibran, insomma, «la libertà è in verità la più forte delle catene, sebbene i suoi anelli scintillino nel sole e abbaglino gli occhi».
Un pensiero agli anziani Vincenzo e Giovanni che sono diventati nel breve tempo della loro sparizione i nonni di tutti. Quando abbiamo saputo di loro, abbiamo sperato di saperli ancora accanto a figli e nipoti. E invece, per dirla con Baricco, hanno perso la strada. Non quella di fuori, non solo, almeno, ma di dentro. «È quella strada, quella dentro, che si disfa, si è disfatta, benedetta, non c’è più. Succede. Credetemi. E non è una cosa piacevole». Naufraghi in mezzo al mare, nelle brume delle loro menti, cerchiamo di recuperare i loro sorrisi. E che Dio - sono ancora le parole di Baricco - tenga in mano tutto ciò, «quel tanto che basta per scioglierne il nero, per scioglierne il male che fa nella testa, quel buio nel cuore».