C'era una volta. Viene voglia di indugiare nella fiaba non foss’altro per prendere respiro da quanto, in città, sta diventando una tragica normalità, dai rifiuti a cielo aperto alle sparatorie, dalle vendette lacrime e sangue alla giustizia fai da te. Ci fa però sognare per un attimo a occhi aperti - nella convinzione che, a volte, tanto i bambini quanto gli adulti ne hanno bisogno - l’atterraggio di Alberto di Monaco a Foggia. La foto che lo ritrae sorridente e nell’atto del saluto ha fatto il giro dei giornali e del web; lui, Alberto, così attento agli affari di famiglia, è stato in questi giorni nelle zone del potentino appartenute alla famiglia Grimaldi. Anche i nomi di questi piccoli comuni, Monteverde al confine tra Puglia e Campania e Ripacandida in Basilicata, ci sospingono in alto evocando quella magia che solo le fiabe sanno dare. Li ha visitati dopo aver imboccato in macchina la strada per Candela e nel suo discorso pronunciato in italiano, attorniato dalle autorità del luogo e dai cittadini desiderosi di vedere da vicino un principe, ha evidenziato l’importanza e la bellezza dei borghi, con tutte le tipicità a essi sottese. A Ripacandida è stata anche scoperta una targa con su scritto «Sito storico dei Grimaldi di Monaco ».
Colpisce di questa vicenda il senso delle radici che il principe Alberto ha dimostrato nei fatti di avere, raccogliendo non solo il senso di un’identità storica, ma anche quello di rapportarsi - lui regale - in modo democratico e autenticamente vicino alla gente. Marito e padre, poi, alle prese con i problemi di tutti, ha saputo gestire la sofferenza della moglie in modo discretissimo e partecipe, e il suo stile può essere da monito per tutti. Non c’è regalità immune dall’inevitabile soffrire, lui che anche, in piena giovinezza, ha subìto lutti e traumi importanti; ma il suo stile impeccabile, il modo in cui regge il Principato ci piace pensare sia arrivato come un soffio d’aria pulita nelle terre del foggiano e delle zone limitrofe. «Rafforzeremo sempre di più i nostri rapporti. Vi aspetto a giugno nel Principato», ha detto congedandosi e dopo aver gustato alcuni prodotti locali, non mancando, poi, di fare foto con gli studenti accorsi a salutarlo. Sa di tanta genuinità questa storia, e il fatto di averlo avuto anche solo per pochi minuti a Foggia e per giunta al Gino Lisa ha una grande valenza simbolica, considerate le peripezie (come nelle fiabe) a questo luogo legate. Che un soffio di regalità faccia da genius loci del nostro aeroporto.