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Emergenza parole? Riaprire il vocabolario

 
Erica Mou

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Erica Mou

In caso di emergenza riaprire il vocabolario

Il dizionario era poggiato sul mobile del soggiorno, accanto all’elenco del telefono, sempre disponibile a rispondere ai quesiti

Domenica 09 Ottobre 2022, 13:03

13:07

Venerdì sera mi hanno regalato un dizionario. Non ne aprivo uno da anni. I lemmi in grassetto, il dorso rosso, le pagine fitte fitte, il peso del tenerlo stretto tra le mani.

 «Che vuol dire questa parola, mamma?» domandavo. E lei mi teneva con il fiato sospeso creando suspence come nei migliori film d’azione. «Cercala sul vocabolario», rispondeva.

Il vocabolario in casa dei miei non era nella libreria in salotto ma poggiato sul mobile del soggiorno, accanto all’elenco del telefono, sempre disponibile all’uso d’emergenza.

Lo prendevo a due mani poggiandolo rumorosamente sul tavolo, mostrandomi vistosamente stanca per il breve tragitto cercando inutilmente di suscitare un senso di colpa per la mancata risposta. Sfogliavo, seguivo le righe con il dito, arrivavo alla parola incriminata e la scoprivo. Poi mi fermavo un po’ sulla pagina, per conoscere meglio le sue vicine di alfabeto, come fossero compagne di classe durante l’appello. Rimettevo il «mattone» sullo scaffale, mi sentivo un poco più grande.
Nilla Pizzi che canta la parola «anelito», mio fratello che si lamenta del «ciarpame» in camera mia, insistere con un’amica su dove cada l’accento dicendo «salubre», cercare un sinonimo che suoni meglio nella canzone che sto scrivendo. In caso d’emergenza aprire il libro. Abituata ormai a fugare i dubbi cercando rapidamente su internet, lo ritrovo oggi dopo anni tra le mie mani, rassicurante ma anche nuovo.

Questo dizionario dell’italiano Treccani è il primo che non presenta gli aggettivi e i nomi privilegiando un genere, il vocabolario lemmatizza dunque, se presenti, entrambe le forme di una parola rimanendo fedele all’ordine alfabetico. Bella, bello. Giusta, giusto. Felice.

Tutto cambia, persino le istituzioni che crediamo immutabili, e cambiano soprattutto i punti di vista sulle cose che esistono da sempre. La lingua insieme con loro, insieme con noi.

L’altra sera mi hanno regalato un dizionario e tra abaco e zuzzurellona ci stanno migliaia di cose che ancora non so e migliaia di voci che mi hanno regalato il senso, non solo delle parole.

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