Quando Domenico Calabretto, 41 anni, di Grottaglie, persona già nota alle forze dell’ordine, e Salvatore Genzano, 22 anni, di San Marco Argentano (Cosenza), incensurato, persona legata sentimentalmente alla figlia di Calabretto, hanno iniziato a caricare il ferro su un camion i militi sono usciti allo scoperto e li hanno arrestati. Entrambi, su disposizione del magistrato che in quel momento era di turno in Procura a Brindisi, sono finiti agli arresti domiciliari.
A mettere in moto la macchina delle indagini è stata la tempestiva denuncia del proprietario del vigneto che, andando a fare un sopralluogo nel suo podere, si è trovato l’intera coltivazione distrutta dal fuoco. Immediatamente il professionista si è messo in contatto telefonico con i carabinieri di Francavilla e, oltre a denunciare l’incendio del suo vigneto, ha detto ai militi di aver notato una serie di matasse di ferro sistemate ai bordi del podere. E’ stato proprio questo dettaglio ad attirare l’attenzione degli investigatori che, partendo da quell’elemento che all’apparenza poteva sembrare insignificante, hanno dato inizio a un’indagine flash che si è conclusa con l’arresto dei due presunti autori del rogo delle viti e del furto del ferro.
Per portare via il metallo Calabretto e Genzano si erano attrezzati di tutto punto: si erano muniti di un camion dotato di gru. D’altronde per caricare sul mezzo pesante 25 quintali di ferro una gru era indispensabile. La successiva perquisizione ha portato al rinvenimento di una tanica da 5 litri contente liquido infiammabile (miscela di benzina e olio). I carabinieri sospettano che sia il combustibile utilizzato per appiccare il fuoco al vigneto di uve Montepulciano di proprietà dell’agronomo tarantino. [Mimmo Mongelli]
















