A non convincere sono innanzitutto una serie di aspetti caratteriali della vittima, che secondo chi lo aveva conosciuto bene a Brindisi - presso la Lega navale, dove era letteralmente di casa da quasi dieci anni, avendo li la barca in cui svernava in attesa delle sue crociere primaverili in solitaria, in ogni angolo del Mediterraneo - non era affatto tipo da compiere gesti estremi come il suicidio.
L’azienda produttrice di software che l’ingegnere Damian aveva fondato molti anni fa, e che vendette (mantenendo solo delle quote residuali) prima di venire a Brindisi, gli aveva fruttato diversi miliardi delle vecchie lire che, secondo i soliti bene informati, aveva depositato su un conto svizzero. Un patrimonio che gli fruttava parecchio, da cui di tanto in tanto prendeva qualche «spicciolo» da reinvestire in affari sparsi un po’ in giro per il mondo.
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