BARI - Gli occhi di Rashid brillano come due carboncini mentre abbraccia la sua mamma, l'operazione al cuore è perfettamente riuscita e il piccolo di neanche due anni è stato appena dimesso dall'ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari. Ha fatto un lungo viaggio Rashid, arriva dalla Tanzania, dove gli era stato diagnosticato un grave deficit interventricolare da operare al più presto. Solo che nell'ospedale di Dodoma, dove gli era stato riscontrato il problema, non era possibile intervenire, così Rashid e la sua mamma sono stati messi su un aereo per la Puglia, grazie all'impegno di una associazione di volontariato gallipolina la «Arcobaleno su Tanzania».
E' il secondo bambino operato a Bari, il dodicesimo in Puglia grazie agli sforzi volontari di medici e attivisti dell'associazione. Raccontata così la storia sembra facile, ma in realtà dietro c'è tantissimo impegno anche per sconfiggere la burocrazia e soprattutto trovare le risorse necessarie a compiere il piccolo miracolo.
«C'è tanto lavoro dietro – conferma il professor Giovanni Primiceri, responsabile di Arcobaleno su Tanzania – ma il lieto fine ripaga tutto anche se le spese non sono poche. Ogni caso necessita di almeno 2.500 euro sostenuti dalla nostra associazione grazie a donazioni private e non abbiamo sconti».
Qualche giorno fa c'è stata una polemica su Alitalia che sconta i biglietti aerei a pazienti pugliesi che decidono di farsi curare in strutture ospedaliere del nord Italia, non avete agevolazioni simili? «No. E ci rammarichiamo del fatto che da parte di Alitalia non c’è mai stata una comunicazione rivolta alle associazioni di volontariato che svolgono tale attività, finalizzata ad una riduzione dei costi dei biglietti. Faccio un esempio concreto: Rashid e la sua mamma domenica 26 rientrano in Tanzania, quando abbiamo cercato di prenotare il biglietto aereo Brindisi-Roma, per poi prendere il volo internazionale, il costo che ci è stato presentato è di 298 euro. Il volo di andata e ritorno Roma-Tanzania con la compagnia aerea egiziana è di 530 euro... Abbiamo comprato i biglietti ferroviari per arrivare a Roma».
Tutti costi che sostiene l'associazione Arcobaleno su Tanzania. «Sì. I medici che prestano la loro opera presso gli ospedali di Morogoro, Dar-es-Salaam o Dodoma vengono a proprie spese, durante i loro periodi di ferie, visitano con attrezzature che l'Associazione ha acquistato e li accogliamo grazie alla collaborazione di strutture religiose o di altre associazioni. Ogni medico durante il suo soggiorno visita non meno di 200-250 pazienti con spostamenti di quasi 3mila chilometri. Non è esattamente una vacanza».
In cinque anni di attività la «Arcobaleno su Tanzania» ha organizzato viaggi sanitari per 12 giovani e giovanissimi pazienti tutti con patologie cardiache. Dieci di questi ragazzi sono stati operati con successo al Vito Fazzi di Lecce, grazie all'impegno del professor Massimo Villani, gli ultimi due casi al Pediatrico di Bari seguiti dallo staff di cardiochirurgia del dott. Francesco Paolo Annecchino. «In questi anni abbiamo avuto l'aiuto di medici bravissimi – sottolinea Primiceri – sia a Lecce, sia a Bari abbiamo trovato centri di eccellenza, collaborazione massima, una grande umanità. Il nostro grazie anche alla Regione Puglia per il sostegno che non ci ha mai fatto mancare».
Scusi prof. Primiceri, ma chi glielo fa fare? Gli occhi del coordinatore si accendono: «E' l'amore. Con il mio impegno per i più poveri posso dare un senso agli ultimi anni della mia vita. Se si va una volta in Africa si resta stregati da un continente così vicino a noi e così totalmente diverso, dove un piatto di riso e fagioli rappresenta un miracolo quotidiano e la visita di un medico un sogno che pochi possono permettersi e dopo aver percorso centinaia di chilometri. E' una realtà che non si può veramente immaginare. Se una piccola associazione come la nostra, senza mai chiedere un euro al pubblico o alle varie organizzazioni politiche è riuscita, solo con le libere offerte di gente comune, a gestire negli ultimi 4 anni circa 200mila euro con i quali abbiamo messo su un ospedale e permesso a 12 giovani vite di essere curate, allora sì che ci si può guardare allo specchio e sentirsi soddisfatti».
Il piccolo Rashid forse ora dorme tra le braccia della sua mamma. Sono ospiti di una casa accoglienza a Lecce, coccolati dal cappellano del Vito Fazzi, don Gianni. Il suo cuore batte con regolarità, grazie ad un arcobaleno che è entrato nella sua vita.
















