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Ammiraglio in pensione cura il suo Primitivo a suon di musica classica

Ammiraglio in pensione cura il suo Primitivo a suon di musica classica

 
Ammiraglio in pensione cura il suo Primitivo a suon di musica classica

Domenica 12 Agosto 2012, 10:17

03 Febbraio 2016, 01:24

di PAOLO LERARIO 
GROTTAGLIE - Oreste Tombolini, ammiraglio di recente in pensione dopo aver comandato il Battaglione del reggimento San Marco e diverse navi della Marina Militare, è tornato alla passione che suo nonno materno, Brandisio di Carosino, gli ha trasfuso sin dall’infanzia. L’agricoltura e soprattutto la vite da vino sono ora pressoché la sua occupazione giornaliera per produrre vino primitivo di qualità. 

Ma l’ammiraglio Tombolini, entrato nel corpo scelto dei Comsubin (il reparto speciale dei subacquei ed incursori della Marina) dopo l’accademia a Livorno, non poteva non produrre un vino particolare con l’etichetta “Brandisio” per ricordare l’affezionato nonno. Rosso intenso con gradazione alcolica di 16 gradi, “Brandisio” emana profumi di ciliegia, mora, liquirizia e china. Un Primitivo, insomma, che conferma appieno il successo di questo vitigno nell’arco ionico orientale. Da due ettari di terreno, posto sulla dorsale Rocca-Monteparano-Fragagnano a 130 metri sul livello del mare, ci sono le piante: tutte ad alberello e senza l’utilizzo di concimi chimici. «Ho voluto riproporre la coltura da autodidatta la “coltivazione naturale” - spiega Tombolini -, per avere un prodotto di nicchia».

Le fasi di coltivazione, il taglio dei grappoli dai tralci, confermando che «il vino buono si fa sulla pianta», ed il ciclo di lavorazione, maturazione e imbottigliamento, tutto è spiegato da Oreste Tombolini con una particolare luce negli occhi del “lupo di mare”. Professionalità ed innovativo sistema di conservazione dell’eccellente Primitivo che sta sperimentando assieme a Clarbruno Vedruccio, un fisico che per l’Italia ha concorso lo scorso anno per il Nobel per la medicina. Un sistema ancora segreto, «lo stiamo brevettando», che contribuisce a far “vivere” il vino nelle botti di rovere. 

«Con la musica – spiega Tombolini, che su questo terrà a breve un convegno – come si sta sperimentando in Giappone, nella città di Kryta». Dal Sol Levante alla Città della Ceramica c’è un arco pressoché fisico che fa intravedere nuovi orizzonti. «La Sinfonia n. 40 di Mozart, ma solo alcuni brani, e Canti gregoriani – spiega l’ammiraglio Tombolini – sono diffusi in continuazione nella barricaia, ma se si sbaglia la frequenza si ottiene un effetto opposto. Questa musica produce elettromagnetismo benefico e le bottiglie, sempre più ricercate dai mercati, lo testimoniano».
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