TARANTO - Divideva con sua cugina Sarah Scazzi praticamente tutto, perfino la password per utilizzare il profilo Facebook che per tutti gli utenti del social network è più preziosa del pin della tessera bancomat, ma nulla sapeva della cotta che la 15enne di Avetrana, uccisa il 26 agosto del 2010, aveva per Ivano Russo, né del rapporto conflittuale con la cugina Sabrina Misseri. Anzi, secondo la ragazza, Sabrina e sua zia Cosima sono sicuramente innocenti tanto che anche su Facebook, in passato, ne affermò la non colpevolezza.
È durata poco più di un’ora la deposizione della 16enne di San Pancrazio Salentino, cugina di Sarah, chiamata dai pubblici ministeri quale testimone nel processo giunto alla tredicesima udienza.
Una testimonianza lucida, determinata, come forse non era lecito attendersi da quella che è ancora poco più di una bambina. «Sarah non era proprio un angioletto. A volte rispondeva male, diceva parolacce. Quello dell’agosto del 2010 è stato l'unico soggiorno di Sarah a San Pancrazio. Secondo me quanto ha scritto sul suo diario è stato interpretato male, su Ivano non aveva nessun interesse, almeno a me non ha mai detto nulla». «Mi raccontò di essere stata fidanzata per un giorno con un ragazzo di 16 anni, un certo Davide, che la baciò per gioco - ha riferito la ragazzina - ma la sera stessa si lasciarono».
I pubblici ministeri hanno mostrato alla ragazzina i suoi post su Facebook, a partire da quelli con i quali sostiene l’innocenza di Sabrina e Cosima, e fatto rilevare le contraddizioni di un rapporto che, per quanto stretto, era lacunoso sul rapporto tra Sarah e Ivano Russo che pure trasuda abbondantemente dai diari della vittima e che dunque non poteva non essere al centro delle confidenze tra le due cuginette.
E sempre a proposito dei social network, la 16enne di San Pancrazio, rispondendo alla specifica domanda del sostituto procuratore Mariano Buccoliero, ha confermato di aver postato sul suo profilo Facebook l’oggettivamente inquietante foto del manichino imbragato con una corda - che pubblichiamo qui a lato - prorpio la sera del 26 agosto, giorno della della scomparsa di Sarah, con una altrettanto lugubre didascalia: «Ho paura. Molta. Paura del presente». Considerando che Sarah era stata sepolta in un pozzo imbragata con una corda, ovviamente il fatto ha come minimo incuriosito molto gli inquirenti.
«Ma non era riferito a Sarah» ha detto, giustificandosi, la ragazzina, «ma a una mia situazione personale, a un problema che avevo con le mie amiche».
La corte d’assise ha poi ascoltato la testimonianza di Elena Baldari, mamma di Ivano Russo, il ragazzo conteso da Sarah e Sabrina. Il pubblico ministero Mariano Buccoliero ha contestato alla donna sia l'orario in cui sarebbe stato letto il messaggio nel quale Sabrina avvisava Ivano della scomparsa di Sarah sia il contenuto. La donna, ascoltata dai carabinieri il 31 agosto 2010, attribuì a Ivano la frase «Ma cosa ne so io della cugina, io non sono uscito da casa». La Baldari ha poi raccontato del giorno in cui ricevette la visita di Michele Misseri e di Sabrina che portarono una cesta di funghi e chiesero informazioni sul contenuto delle dichiarazioni rese dalla stessa donna e dal figlio Ivano ai carabinieri. Ci fu anche un'altra visita dopo il ritrovamento del cellulare di Sarah. «Vennero Sabrina e Valentina Misseri - ha ricordato la madre di Ivano - io chiesi di questo ritrovamento e mi dissero che era stato scoperto dal padre Michele. Valentina aggiunse che era tornato per caso in quel fondo perché si era dimenticato un cacciavite speciale». Prossima udienza l’8 maggio con la super-testimone Anna Pisanò.
















