Il presidente di Confindustria Lecce, Leone de Castris - lancia un appello al governo e a Trenitalia per rivedere i tagli ai trasporti e non gettare il territorio salentino nell’isolamento.
«Non è pensabile - dice - assistere impotenti al continuo depauperamento dei trasporti da e per il nostro territorio. E’ vero che occorre contenere i costi, come imprenditori lo sappiamo, ma non certo a discapito di una terra che così rischia davvero la marginalizzazione economica oltre che geografica. Trenitalia dovrebbe comunque assicurare il servizio pubblico per garantire vera coesione sociale e parità di trattamento. La decisione di tagliare le tratte, poi, è l’ennesima ciliegina sulla torta per il Salento che, solo qualche settimana fa, si è visto scippare da Alitalia il volo Brindisi-Milano». Secondo De Castris forse è arrivato il momento di pensare a proposte alternative che migliorino e potenzino il sistema dei trasporti del Mezzogiorno a vantaggio della società civile e delle imprese. Certamente, per quello che concerne l’aeroporto di Brindisi, la liberalizzazione degli slot favorirebbe la concorrenza e l’arrivo di nuove compagnie aeree. Per il trasporto su ferro, sarebbe opportuno ragionare in termini di soluzioni private».
A scendere in campo è anche l’onorevole Ugo Lisi, il quale si augura che, attraverso un dialogo produttivo con i vertici di Trenitalia, «si possano trovare vie alternative al taglio di treni importanti per l’economia sociale del Salento, anche per sottrarsi alla continua pressione lagnante di chi si sente costantemente e ripetutamente oggetto di disattenzione e sottrazione». La senatrice Adriana Poli Bortone si rivolge al nuovo ministro Passera affinchè «blocchi Trenitalia e non consenta che dal prossimo dicembre siano tagliati i trasporti su ferro, essenziali per l’economia del Mezzogiorno».
L’onorevole Teresa Bellanova, anche se non potrà essere fisicamente presente al sit-in dei sindacati, in quanto impegnata in Parlamento, aderisce in maniera totale alle motivazioni della protesta. «La questione che si pone sui tavoli di Monti e Passera - dice - è di vitale importanza per il Salento e per l’intero Sud Italia. L’isolamento ferroviario che si paventa, oltre a bloc care ogni tentativo di crescita del territorio, avrebbe evidenti ripercussioni anche su un’occupazione che già versa in condizioni drammatiche».
Il segretario provinciale di Confartigianato imprese, Mario Vadrucci, parla di «ennesima scure sull’economia salentina». «Sono decisioni scellerate - aggiunge - I paventati tagli di sette linee a lunga percorrenza rischiano di tagliare in due il Paese, isolando sempre di più il Salento. Non possiamo accettare l’arbitrio dei vertici di Trenitalia nella volontà di ridurre drasticamente i collegamenti, cui potrebbe aggiungersi la mannaia sul trasporto locale, che potrebbe portare alla piena paralisi».
Il consiglio generale della Cisl, allargato ai consigli direttivi di tutte le categorie, ha espresso l’altro giorno notevole preoccupazione per il taglio dei collegamenti ferroviari con il territorio salentino. «Ogni prospettiva di crescita del Paese - è stato sottolineato nell’ordine del giorno approvato all’unanimità - non può che muovere dalla centralità dello sviluppo dei territori del Mezzogiorno, ma se il presupposto è l’aggravamento delle condizioni di marginalità ed isolamento, si tronca sul nascere ogni prospettiva ed ogni speranza di riduzione del divario territoriale. Istituzioni, politica e parti sociali sono chiamati ad esprimere una protesta compatta ed una mobilitazione adeguata».
Dura presa di posizione anche da parte di Maria Rosaria Ferilli, consigliere comunale di Io Sud. «Non solo Trenitalia dice - dovrebbe ritornare sui propri passi, revocando i previsti tagli delle tratte, ma dovrebbe, anzitutto, intervenire per migliorare i servizi offerti ai passeggeri di Lecce e di tutto il Mezzogiorno, viste le quotidiane e misere condizioni in cui i cittadini si ritrovano a bordo dei treni messi a disposizione dall’azienda».
















