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Amati e Fratoianni: scrivono al ministro «Verità su Cie a San Vito» Viaggio nella città fantasma

 
Amati e Fratoianni: scrivono al ministro «Verità su Cie a San Vito» Viaggio nella città fantasma

Martedì 27 Settembre 2011, 13:18

02 Febbraio 2016, 23:50

BARI – Gli assessori regionali della Puglia Nicola Fratoianni (Politiche di inclusione dei migranti) e Fabiamo Amati (Protezione civile) hanno scritto una lettera al ministro dell’Interno, Roberto Maroni, chiedendogli di comunicare ufficialmente se sia vero che il governo intenda realizzare un nuovo Centro di identificazione ed espulsione (Cie) per immigrati nell’ex base Usaf di San Vito dei Normanni (Brindisi). Questa ipotesi governativa era stata anticipata nei giorni scorsi da alcuni sindacati di polizia. 

I due assessori ribadiscono la contrarietà della Regione Puglia a qualsiasi ipotesi di costruire un nuovo Cie in Puglia. “La Regione Puglia – ricordano Fratoianni e Amati – aveva dato la propria disponibilità al Dipartimento della Protezione Civile per la realizzazione in quell'area di un 'hub' umanitario da utilizzare nell’attuale fase di emergenza. Tale disponibilità era però subordinata a precise condizioni, tra le quali, in primis, la tutela dei diritti dei profughi, a cominciare dalla salvaguardia della loro libertà personale e del carattere aperto e trasversale della struttura”. 

Nella lettera si sottolinea che la Puglia ospita già tre Centri per richiedenti asilo (Cara), due Cie e la tendopoli di Manduria “di cui – scrivono gli assessori – continuiamo a chiedere la chiusura”. Ma soprattutto la Regione è “contraria all’idea che uomini e donne possano essere privati della libertà in ragione di una condizione subita (e non scelta), come quella derivante dall’assenza di documenti, piuttosto che quale sanzione susseguente la commissione di reati”. 

Di conseguenza se l’ipotesi di realizzare un altro Cie “dovesse rivelarsi fondata – conclude la lettera di Fratoianni e Amati – la nostra iniziativa non potrà per coerenza escludere ogni iniziativa determinata ad impedire la realizzazione del progetto”.
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