I due assessori ribadiscono la contrarietà della Regione Puglia a qualsiasi ipotesi di costruire un nuovo Cie in Puglia. “La Regione Puglia – ricordano Fratoianni e Amati – aveva dato la propria disponibilità al Dipartimento della Protezione Civile per la realizzazione in quell'area di un 'hub' umanitario da utilizzare nell’attuale fase di emergenza. Tale disponibilità era però subordinata a precise condizioni, tra le quali, in primis, la tutela dei diritti dei profughi, a cominciare dalla salvaguardia della loro libertà personale e del carattere aperto e trasversale della struttura”.
Nella lettera si sottolinea che la Puglia ospita già tre Centri per richiedenti asilo (Cara), due Cie e la tendopoli di Manduria “di cui – scrivono gli assessori – continuiamo a chiedere la chiusura”. Ma soprattutto la Regione è “contraria all’idea che uomini e donne possano essere privati della libertà in ragione di una condizione subita (e non scelta), come quella derivante dall’assenza di documenti, piuttosto che quale sanzione susseguente la commissione di reati”.
Di conseguenza se l’ipotesi di realizzare un altro Cie “dovesse rivelarsi fondata – conclude la lettera di Fratoianni e Amati – la nostra iniziativa non potrà per coerenza escludere ogni iniziativa determinata ad impedire la realizzazione del progetto”.