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Salgono i casi di tumore scatta l’allarme a Gravina

 
Salgono i casi di tumore scatta l’allarme a Gravina

Mercoledì 27 Luglio 2011, 09:02

02 Febbraio 2016, 23:36

di MICHELE PIZZILLO

GRAVINA - Ha riflettuto molto, Salvatore Di Noia, medico componente della Commissione per il riconoscimento di invalidità civile e per molti anni ufficiale sanitario, prima di esternare la sua preoccupazione sulla diffusione di malattie tumorali a Gravina. Perché, dice, «temevo di creare allarmismi; poi ho ritenuto utile parlarne pubblicamente, nella speranza che chi dovrebbe tutelare la salute pubblica o quanto meno cercare in qualche modo di svolgere prevenzione, si preoccupasse di prendere adeguate iniziative per eliminare alcune cause o concause di gravi patologie di cui un numero sempre più elevato di gravinesi risulta esserne colpito». 

Aggiunge, il dottor Di Noia: «Ho constatato, in qualità di componente medico di commissioni di invalidi civili, che nel nostro territorio, a differenza che in altri, c’è una netta prevalenza di alcune forme tumorali (leucemie, linfomi, tumori polmonari, mesoteliomi, molte varietà di tumori cerebrali, ossei, epatici e intestinali) la cui patogenesi è, o potrebbe essere riconducibile a fonti di inquinamento ambientale: discariche abusive sparse nelle nostre periferie contenenti inquinanti diversamente pericolosi come eternit, inerti, batterie esauste, elettrodomestici e tante altre sostanze pericolose che penetrando nel sottosuolo inquinano la falda acquifera». 

Il medico gravinese non sottovaluta le fonti inquinanti elettromagnetiche e ne approfitta per dire che ha fatto bene la «Gazzetta» a dare voce a don Giovanni Bruno, parroco del santuario della Madonna delle Grazie nella sua battaglia contro l’installazione di una antenna gsm nel piazzale accanto alla stazione ferroviaria, anche a tutela della salute pubblica. «Di tralicci ed antenne - afferma Di Noia - a Gravina ne abbiamo già tanti, per cui la costruzione di una nuova antenna dovrebbe essere vietata». Ed invita le autorità competenti «a verificare sia la qualità, sia la quantità delle emissioni elettromagnetiche, visto che in un certo raggio di azione di tali emissioni, le forme tumorali risultano essere sempre più frequenti e numerose» e, indica anche i quartieri dove il tasso di casi di malattie tumorali è molto più elevato. 

Che fare, allora? La risposta del professionista che conosce bene l’ambiente e con un passato di consigliere comunale per tre legislature è: «sarebbe auspicabile una più attenta, scrupolosa e capillare vigilanza del territorio per una maggiore prevenzione ambientale onde ridurre fonti, cause e concause di inquinanti, per preservare e migliorare lo stato di salute di una comunità che merita dignità, rispetto e protezione».
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