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Bufera sulla Casta Il Pd pugliese: Stop agli arretrati I 50 che «battono cassa»  

 
Bufera sulla Casta Il Pd pugliese: Stop agli arretrati I 50 che «battono cassa»  

Sabato 16 Luglio 2011, 09:09

02 Febbraio 2016, 23:33

di BEPI MARTELLOTTA

BARI - Il dibattito è ancora apertissimo e sarà l’ufficio di presidenza del consiglio, convocata lunedì dal presidente Onofrio Introna, a tentare di sbrogliare la matassa legislativa delle indennità arretrate per 5 milioni di euro da restituire ad una cinquantina di consiglieri.

La bocciatura della Consulta delle norme pugliesi che, sin dal 2006, avevano apportate le decurtazioni fino al 20%, obbliga la Regione ad ottemperare alle richieste avanzate da molti ex e attuali consiglieri regionali. Ma le proteste contro la «casta», che tutela il proprio portafogli e non esita ad approvare i tagli sui servizi e l’aumento delle tasse, bussano alle porte della Regione. Atteso, in tal senso, anche un segnale dal governatore: da tempo Nichi Vendola rivendica un taglio deciso ai costi della politica, a partire dal numero dei consiglieri regionali. 

E sarebbe paradossale che, nel mentre il presidente della Regione contesta il governo nazionale per i mancati tagli a tali costi nella manovra finanziaria, in Puglia vengano rimpinguate con gli arretrati le indennità del «parlamentino pugliese». «Nulla sul versante della riduzione dei costi della politica - ha detto ieri Vendola contestando la Finanziaria di Tremonti - aumentando per questa via la crisi di legittimità dell’intera classe politica». 

Teme la delegittimazione anche il segretario del Pd pugliese Sergio Blasi, che ieri ha concordato col vicepresidente del consiglio in quota Pd Antonio Maniglio di trovare un’alternativa alla restituzione delle somme ai consiglieri. 

«La politica ha il dovere di ascoltare lo sconcerto che monta tra i cittadini pugliesi sulla vicenda degli arretrati. Non si tratta di cedere al qualunquismo e alla demagogia, ma agli occhi del cittadino chiamato proprio in questi giorni a duri sacrifici - dice - appare inconcepibile che la classe politica non sia in grado di dare l’esempio. Penso sia opportuno che l’ufficio di presidenza elabori una proposta che blocchi le richieste di compensazione e trasmetta alla Puglia, al mondo del lavoro e alle famiglie la convinzione che anche i consiglieri regionali, in una fase così difficile per l’economia, stanno facendo la loro parte». 

Contro i costi della «casta», dopo le accuse della Cisl, si schiera anche la Uil. «La diffida inviata da alcuni consiglieri per il recupero di alcuni crediti decurtati arriva mentre aleggia ancora sulle teste dei cittadini pugliesi il fantasma di nuovi ticket - attacca il segretario regionale Aldo Pugliese - oltre al noto aumento dell’addizionale Irpef e della benzina. Evidentemente, chi vive da privilegiato non può comprendere chi vive sul filo della sopravvivenza».

Basta con «demagogia e populismo», tuona invece il capogruppo Udc Salvatore Negro. «Il problema concreto non è solo “quanto” percepisce un rappresentante del popolo ma la sua incapacità di dare risposte tempestive e concrete alle istanze dei cittadini. Un’incapacità che affonda le origini in quella burocrazia - dice - che frena e vanifica l’azione politica e che si è trasformata da “motore” in “tumore” dello sviluppo». Ben 27 pareri da 27 enti diversi per far partire il progetto del porto turistico di Otranto; tre anni per un chiarimento della Regione sul Pug di un Comune salentino; i lavoratori socialmente utili che ancora aspettano «la maggiorazione delle ore lavorative» sancita per legge o i ragazzi di «Ritorno al futuro» che da mesi attendono quanto gli è dovuto. I costi della politica o della burocrazia? 

«I nuclei di valutazione dei premi di produzione hanno mai bocciato qualcuno o hanno sempre elargito a piene mani premi a funzionari e dirigenti?». Alla classe politica, dunque, va piuttosto rimproverato «di non saper trasformare la lotta agli sprechi in lotta all’inefficienza. È evidente, se il quadro è questo, che questa lentezza della macchina burocratica delegittima l’azione della politica e quindi - ragiona Negro - anche un’indennità di 500 euro diventa un costo intollerabile agli occhi del cittadino». È su questo, vista la latitanza del governo di fronte alle sollecitazioni, che dovrebbe - secondo l’Udc - puntare i piedi Vendola.
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