La Puglia è la terza Regione in Italia ad aver eletto il Garante dei detenuti, una figura alla quale viene affidata la protezione e la tutela non giurisdizionale dei diritti delle persone presenti negli istituti penitenziari, negli istituti penali per minori, nei centri di prima accoglienza e nei centri di assistenza di assistenza temporanea per stranieri, nelle strutture sanitarie in quanto sottoposti al trattamento sanitario obbligatorio.
Nel quadro nazionale allo stato attuale l’istituzione del Garante, in particolare, è avvenuta in poche città e nelle Regioni Lazio e Sicilia. Inoltre è all’esame della Camera un progetto di legge per l’istituzione di un Garante nazionale.
La votazione nell’aula del consiglio regionale è avvenuta a scrutinio segreto: 59 schede a favore di Rossi su 63 presenti, due schede bianche e due schede per un altro candidato.
In Puglia sono 4449 le persone detenute nei penitenziari, 2000 oltre la capienza naturale secondo i dati di marzo, 600 in più della soglia di tollerabilità. A Lecce, in particolare, - è stato rilevato – la situazione è di emergenza vera e propria: 1600 detenuti ammassati in spazi che a norma di regolamento potrebbero ospitare solo 600 persone. In dodici metri quadrati sono sistemati 3 detenuti in un letto a castello. Ma anche a Foggia le cose non vanno meglio.
Il dibattito nell’aula del consiglio regionale pugliese si è svolto con un unico comune denominatore: l’assoluta condanna delle modalità con le quali si svolge la pena per le persone costrette alla detenzione. Tra il 2010 e il 2011 – è stato sottolineato – in Puglia sono circa una dozzina i detenuti che hanno scelto il suicidio come forma di libertà.
“Il Consiglio ha compiuto una 'buona azionè, scrivendo una bella pagina di civiltà sociale. L’auspicio – ha spiegato il presidente dell’Assemblea pugliese, Onofrio Introna – è che la sua azione possa incrociare una più attenta e sensibile politica che veda il Governo nazionale impegnato nel superamento delle storiche carenze della realtà carceraria, per migliorare le condizioni di vita dei reclusi ma anche del personale che opera all’interno degli istituti di pena”.
Il relatore del provvedimento, il presidente della commissione consiliare alla Sanità, Dino Marino, ha dedicato questa giornata a Marco Pannella, per la battaglia che continua a condurre: “La sua vita – ha detto – è dentro la democrazia, la legalità e la giustizia”.
“E' un atto di civiltà, una sentinella istituzionale che contribuirà a restituire dignità alla vita carceraria anche in Puglia”. Lo spiega il capogruppo consiliare del Pdl, Rocco Palese, commentando la nomina da parte del Consiglio regionale del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale.
“Abbiamo votato a favore della sua istituzione, come dell’istituzione del garante dei minori, e votiamo a favore oggi per la sua designazione.
Le competenze delle Regioni – ha aggiunto Palese – in questa materia non sono molte, ma crediamo che istituire il garante dei detenuti sia un piccolo segnale non solo di attenzione, ma anche di possibile intervento. Il garante sarà la nostra sentinella istituzionale che consente alla Regione, e al Consiglio regionale, di dare una risposta alta, compatta, senza divisioni ad una emergenza di civiltà del nostro Paese portata all’attenzione della politica qualche anno fa anche dal Pontefice che su questo argomento chiese una riunione congiunta delle due Camere”.
Per il capogruppo consiliare del Pd, Antonio Decaro, “la Puglia oggi è una regione più civile, avendo raccolto il grido d’allarme che si leva dalle carceri pugliesi. E con la nomina del Garante dei detenuti fa un passo in avanti nella tutela dei diritti di chi, mentre sta scontando una pena, deve prepararsi al suo reinserimento nella società.
Ora sarà possibile ascoltare le richieste d’aiuto che provengono dai detenuti, ma anche quelle di migliaia di poliziotti che quotidianamente lottano contro la scarsità di personale, il sovraffollamento e le precarie condizioni igienico-sanitarie nelle carceri”.
“Ora la Puglia – ha continuato de Caro – ha cominciato il suo percorso verso la dignità e la garanzia di migliori condizioni di vita dei detenuti nelle sue carceri. Il Garante dovrà attivare ogni iniziativa volta ad assicurare il diritto alla salute, all’istruzione, alla formazione, alla cultura e allo sport, ai rapporti con la società e con la famiglia, alla reintegrazione sociale e all’inserimento nel mondo del lavoro. Il Garante, infatti, segnalerà agli organi regionali i fattori di rischio o di danno per le persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, proponendo agi stessi organi tutti gli interventi, anche legislativi, da intraprendere per assicurare il pieno rispetto dei diritti di queste persone”.