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La Bat provincia e lo stemma «insignificante»

 
La Bat provincia e lo stemma «insignificante»

Sabato 03 Luglio 2010, 09:01

02 Febbraio 2016, 22:00

ANDRIA - «Abbiamo letto con molta attenzione l’intervento del 1° luglio del prof. Giuseppe Savasta, sulle pagine della Gazzetta del Nord Barese e lo ringraziamo per aver compreso e condiviso le ragioni che sono alla base della nostra pacifica protesta contro l’approvazione, da parte del consiglio provinciale, di uno stemma insignificante che non ci appartiene». Così Savino Montaruli (Associazione “Io Ci Sono!”), Raffaele Acquaviva (Associazione “Pro Andria Sesta Provincia”), Leonardo Bianchino (Associazione “Libertà è Partecipazione”), Vincenzo Santovito (L.A.C. – “Libera Associazione Civica”), Nicola Di Gennaro e Domenico Muraglia (Associazione “Cittadini di Andria”). 

«Grazie al professore - viene aggiunto - anche perché siamo perfettamente d’accordo quando afferma che tale stemma ci è stato “ille gittimamente imposto dall’alto e che mortifica tutte e dieci le città costituenti la sesta provincia”. In quanto agli aspetti molto “propositivi” contenuti nell’intervento del prof. Savasta, siamo felici di essere stati lungimiranti, più di un anno fa, allorquando, anche in pubblici interventi televisivi, proponemmo agli amici del Comitato barlettano la costituzione di un Coordinamento Civico Infraprovinciale, avendo già compreso che solo con intenti unitari si sarebbe potuti giungere ad un corretto equilibrio delle posizioni in campo. Se il nostro appello fosse stato accolto, ma così non è stato, avremmo avuto la possibilità di attuare un serio e condiviso percorso civico di autodeterminazione, sganciato dalla vecchie e logore logiche politico-partitiche per attuare proprio gli aspetti positivi della nuova provincia che, opportunamente il prof. Savasta ha sintetizzato in “ospedali, scuole, lavoro, turismo e una più equa distribuzione del benessere per tutti i cittadini della sesta provincia”. 
Crediamo di essere tutti d’accordo se affermiamo che tutto ciò si potrebbe ancora realizzare solo se siamo uniti e perseguiamo lo stesso, identico obiettivo: il bene comune. Se questa è la strada nuova che deve essere intrapresa, allora noi c’eravamo e ci siamo ancora».
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