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Protesi difettose nei guai sette aziende ortopediche

 
Protesi difettose nei guai sette aziende ortopediche

Sabato 12 Giugno 2010, 16:05

02 Febbraio 2016, 21:56

di GIACOMO RIZZO 

TARANTO - E’ stata chiamata «Mezzo busto» l’operazione che ha portato al sequestro delle attività di fornitura di protesi di 7 aziende convenzionate con il Servizio sanitario nazionale. Quattro sono di Taranto, due di Martina Franca e una di Sava. Secondo l’accusa, le aziende distribuivano anche dispositivi medici su misura difettati, in grado di aggravare i problemi di salute dei pazienti. E’ emblematico il caso di una signora che aveva ricevuto un busto montato al contrario. E c’è di più. Sarebbe stato riscontrato pure il pagamento di somme di denaro extra corrisposte da pazienti alle aziende a fronte di prestazioni totalmente a carico del Servizio san itario. 

I militari del comando provinciale della Guardia di Finanza, diretti dal col. Nicola Altiero, hanno accertato l’assenza di un’organizzazione aziendale (riferita ad attrezzature, locali e personale qualificato) idonea alla realizzazione dei dispositivi medici erogati secondo gli standard di qualità previsti e la messa in circolazione di dispositivi medici del tutto inidonei a soddisfare le esigenze dei pazienti con conseguente pericolo per la salute pubblica. Alcuni pazienti si sarebbero procurati addirittura abrasioni, ferite, fratture e distorsioni in seguito all’applicazione dei dispositivi medici. Si tratta di plantari, busti, protesi e ortesi, tutori ortopedici utilizzati in ortopedia o traumatologia nel trattamento di alcune patologie.

I responsabili delle aziende (ditte individuali e società) sono stati denunciati a vario titolo per frode nell’esecuzione delle pubbliche forniture e falso in atto pubblico. Il danno al Servizio sanitario regionale, per il periodo dal 2004 al 2007 oggetto di indagine, si aggirerebbe intorno ai 3 milioni di euro. Nell’ambito delle attività di servizio nel comparto della spesa sanitaria, il Nucleo di Polizia tributaria aveva preliminarmente individuato dieci imprese fornitrici di dispositivi medici su misura. I pazienti aventi diritto, riconosciuti sulla base di prescrizioni mediche di base e specialistiche, non pagano (non dovrebbero pagare) nulla perchè le spese sono totalmente a carico del Servizio sanitario nazionale. 

Nel corso dell’indagine, le Fiamme gialle hanno compiuto sopralluoghi, passato al setaccio una mole impressionante di documenti e acquisito la testimonianza di pazienti e addetti ai lavori. Determinante è risultata la perizia eseguita dal consulente tecnico nominato dal pm Daniela Putignano, che ha coordinato l’attività dei finanzieri. E’ stata riscontrata, tra le altre cose, la presenza fittizia nelle aziende di personale tecnico abilitato e la visita ai pazienti da parte di persone non abilitate alla professione. Insomma, in alcuni casi, ...a mettere le mani per la prova di protesi ortopediche, collari cervicali, cinture lombari, ginocchiere, cavigliere e quant’altro, non erano proprio degli specialisti. Circostanze davvero inquietanti, tenendo conto che si fa riferimento a dispositivi medici che dovrebbero servire per la riabilitazione e aiutare a migliorare la funzionalità corporea. 


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