di LELLO VECCHIARINO
FAETO - Rilancio? «Ma che non sia soltanto una parola» : il neo sindaco faetano, Giuseppe Cocco, cinquant’anni, dirigente dell’ufficio contenzioso alla questura foggiana, non ammette deroghe o ritardi all’attuazione del programma presentato agli elettori nell’ultima tornata elettorale che lo ha visto vittorioso. Ogni tanto lo tira fuori dal cassetto della scrivania, lo legge e rilegge, si sofferma su alcuni punti, ma i veri argomenti che più lo angustiano non si trovano scritti su quei fogli. Argomenti che sono delle vere e proprie «bombe», come li chiama lui, e «le ho avute in eredità – dice - da chi mi ha preceduto».
Il rammarico di Cocco glielo si legge sul volto, e ha le mani legate perché vorrebbe far decollare da subito il paese a cominciare dal turismo. Ed ecco il primo sfogo: «Il paese è sventrato, le strade sono un continuo rattoppo per la messa in opera della nuove rete fognaria. La ditta che, a suo tempo, si è aggiudicato l’appalto a un certo punto ha mollato tutto lasciando le cose a metà. Ho chiamato i titolari, mi hanno fatto sapere che non si troverebbero più con i conti. Sto decidendo di rivolgermi alla magistratura: vedremo come andrà a finire».
Aprendo la finestra della sua stanza il neo sindaco un’altra «bomba» se la trova proprio davanti agli occhi. E’ la bella scuola omnicomprensiva costruita con i fondi statali dell’ultimo terremoto. Ampia, colorata, cementizia, «Bene, anzi: male - spiega il sindaco – quella scuola è sulla bocca di tutti. Per la semplice e vergognosa ragione che ci piove dentro. Chi non ha vigilato sull’impiego del materiale? Ma non finirà così. Citerò in giudizio la ditta che ha eseguito i lavori, poi vedremo. Lo scandalo è che quell’edificio è stato anche collaudato». Ma non è stato mai inaugurato ufficialmente. Perché? Eppure, in questi paesi l’inaugurazione anche di una cuccia per cani è sempre u n’occasione di mondanità e presenzialismo politico per appuntarsi al petto qualche improbabile medaglia. In quella scuola ci piove e per costruirla ex novo sono stati spesi milioni di euro dello Stato. Come piove lungo le pareti della residenza municipale trasformando, col tempo, l’umidità in muffa maleodorante.
Si dirà: basta aprire le finestre; apriamole, ed ecco ancora una lasciata in eredità al sindaco . E potrebbe essere la più deflagrante: basta alzare in alto lo sguardo e contemplare una verdeggiante e vasta collina che sovrasta il paese: è quello che chiamano Monte Difesa, la cui sommità termina con un ampio pianoro dove sono ubicate masserie e altro. Bene, anzi male: «Quindici anni fa la società Daunia Wind srl – racconta il sindaco – voleva costruire in quel posto un parco eolico. Se ne parlò a lungo e non senza polemiche. Poi tutto fu messo a tacere , più fino a qualche mese fa, dopo la mia elezione».
Il progetto del Parco eolico è tornato, manco a dirlo, a bomba in queste ultime settimane, nonostante il Comune di Faeto abbia adottato una specifica delibera di diniego in quel posto delle pale eoliche. «Si dice che la ditta privata potrebbe avviare la procedura per l’esproprio delle particelle, ma io ho già fatto sapere al presidente della Regione Nichi Vendola – spiega Cocco - che i faetani proprio non lo vogliono lì il parco eolico e che qui si verificherebbe un problema di ordine pubblico…».
La Daunia Wind srl ha sede operativa a Mezzano Ravenna e sede legale a Foggia in via Napoli 21, lo stesso indirizzo della sua partecipata Margherita srl (amministratore unico Luigia Fatibene). L’amministrazione Cocco, quindi, dovrà risolvere prima questi tre gravi problemi, poi potrà pensare al rilancio .

Giovedì 03 Giugno 2010, 11:05
21 Novembre 2024, 19:07