Lunedì 27 Ottobre 2025 | 13:01

Taranto e Potenza, la «Freccia» già garantita anche nel 2026

Taranto e Potenza, la «Freccia» già garantita anche nel 2026

 
Red. Reg

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Taranto e Potenza, la «Freccia» già garantita anche nel 2026

Il treno ad alta velocità riparte mercoledì: biglietti in vendita anche per il prossimo anno. Ma resta il nodo del contributo:  la Regione Basilicata lo ha garantito, la Puglia lo farà

Lunedì 27 Ottobre 2025, 06:00

Da dopodomani, come annunciato, torna il Frecciarossa da Taranto a Torino. Il «merito» è della Regione Basilicata che ha rinnovato il contratto con Trenitalia, con la Puglia che ha promesso (dal prossimo anno) il proprio intervento finanziario. E - al momento - il servizio è garantito almeno fino alla fine dell’orario invernale.

Il Frecciarossa 9514 partirà da Taranto alle 6,10 del mattino, fermando a Metaponto, Ferrandina e Potenza e da qui - via Salerno - arriverà a Roma per poi proseguire verso Firenze, Bologna, Milano e Torino. È un collegamento a mercato che, proprio grazie al contributo regionale, viene prolungato (da Salerno) verso Potenza e da qui verso Taranto. Il capoluogo jonico beneficia del «pressing» lucano: l’unico treno diretto da Taranto verso Roma è infatti un Intercity che (tramite la vecchia linea Roma-Napoli) impiega circa 6 ore e 30: si fa prima scendendo a Napoli e prendendo una Freccia da qui. Un’altra alternativa è il regionale veloce verso Bari e poi il Frecciargento.

Dal 1° ottobre il Frecciarossa era stato limitata a Salerno per i lavori di potenziamento sulla linea Battipaglia-Potenza che dovrebbero concludersi oggi. Si tratta appunto di un collegamento sostenuto dal contributo della Regione Basilicata sulla base di un accordo con Trenitalia che sarebbe comunque scaduto il 31 dicembre. Dopo che il 6 settembre la «Gazzetta» ha raccontato della scadenza dell’accordo, che avrebbe privato del treno sia Potenza che Taranto, si è aperto un fronte bipartisan tra Puglia e Basilicata con sindacati e imprese compatti nel chiedere il ripristino del collegamento. Il danno, evidente per i lucani, era addirittura drammatico per i pugliesi visto che andare a Roma dal capoluogo jonico via treno sarebbe diventato pressocché improponibile.

La giunta lucana ha quindi rinnovato il suo contributo: lo ha fatto con una delibera di giunta che copre i costi del servizio anche per il 2026. La giunta regionale pugliese, che è in scadenza, non ha potuto fare altrettanto ma ha promesso che i soldi ci saranno. Il governatore uscente Michele Emiliano e l’assessore Debora Ciliento hanno scritto agli omologhi della Basilicata garantendo l’impegno del prossimo presidente, che dovrebbe anche modificare l’attuale legge regionale. La Puglia dovrebbe farsi carico del 30% del costo del servizio, per l’anno 2026, per un contributo pari a circa 300mila euro.

Il problema, per ora, è stato tamponato. Ma le difficoltà sono ancora numerose e riguardano quasi tutte il ramo tirrenico, e sono tutte legate a lavori in corso. È interrotta (per potenziamento infrastrutturale) la linea tra Taranto e Catanzaro lido, unico collegamento tra Bari e Reggio (fortemente voluto dalla Regione Calabria) che costringe i treni a un giro tortuoso tra Tirreno e Jonio. Ci sono anche lavori di potenziamento sulla Bari-Taranto, che creano difficoltà ai pendolari.

Tornando al Frecciarossa, il traffico sviluppato sulla direttrice jonico-lucana non è sufficiente - secondo quanto ha riferito Trenitalia - a giustificare l’estensione del servizio da Salerno. «L’obiettivo finale - ha detto però nei giorni scorsi l’assessore lucano alle Infrastrutture, Pasquale Pepe - resta lo stesso: rendere strutturale il servizio e fare in modo che gli impegni assunti in queste settimane da tutte le istituzioni coinvolte vengano rigorosamente rispettati. Si tratta di un collegamento strategico di cui non abbiamo intenzione di privarci ma era indispensabile un momento di confronto onesto e necessario». Nelle prossime settimane un tavolo con Trenitalia e i sindacati dovrebbe affrontare le questioni relative agli assetti organizzativi.

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