I giochi sulla nuova legge elettorale per le prossime elezioni politiche sono già iniziati. Non a caso Antonio Decaro, in un recente dibattito a Bari, ha ripreso i temi della corrente riformista del Pd, schierata per il ritorno delle preferenze. A livello nazionale il dibattito si gioca soprattutto nel centrodestra, dove si discute da tempo della riforma del «Rosatellum», per arrivare ad un proporzionale che preveda un premio di maggioranza.
Con l’attuale sistema, un terzo dei deputati e dei senatori sono eletti in collegi uninominali maggioritari (vince chi prende un voto più degli altri) e due terzi con il metodo proporzionale in piccole circoscrizioni in cui i partiti presentano brevi liste bloccate. Uno studio di Antonio Floridia, pubblicato su il manifesto, ha mostrato come un accordo unitario del campo largo (a differenza della spaccatura siglata da Enrico Letta, Carlo Calenda e Giuseppe Conte nel 2022) consentirebbe alle forze progressiste di ribaltare l’esito delle ultime politiche, con effetti anche negli uninominali: in Campania e in Puglia gli scontri nei collegi maggioritari andrebbero quasi tutti a vantaggio delle forze delle sinistre. Nel 2022 la destra vinse dappertutto, tranne nel collegio uninominale di Foggia (vinsero i 5S, e rimase al palo l’attuale ministro Eugenia Roccella).
Il centrodestra ora lavora - se ne starebbero occupando Giovanni Donzelli per FdI, Alessandro Battilocchio per Forza Italia, Andrea Paganella per la Lega e Pino Bicchielli per Noi Moderati - ad una evoluzione del «Porcellum»....
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