BARLETTA - I pannolini sono diventati pannoloni. Ieri notte non ho cambiato i mei bambini ci ha pensato mia moglie. Io ho osservato, e fatto quel poco che potevo, come cambiavano Ciccio. Un disabile grave, intronato sulla sedia a rotelle, letteralmente salvato dalla bontà e dalla solidarietà della grande famiglia della «Casa Famiglia». Buonanotte da questa isola felice di Barletta, in via Regina Margherita. Qui gli unici confini sono la condivisione della sofferenza e l’assistenza verso chi soffre. Insomma, verso tutte quelle persone che non hanno proprio nessuno e magari non riescono nemmeno a salutare con le mani. Attenti, però, il vostro sonno deve essere leggero. Di notte, ed è capitato, gli ospiti suonano il campanello. In un battibaleno bisogna essere da loro. Sorridenti. Capita anche cinque o sei volte durante la notte. E i volontari che prestano la loro opera lo sanno bene e sono felici. Ora ci sono sei ospiti ma capita, frequentemente, che si arrivi a numeri con due cifre. Il presidente dell’Unitalsi cittadina, Cosimo Cilli, mostra «la camera del volontario». Un luogo con tanto di monitor per individuare chi chiede aiuto al piano terra. La cena è un momento di unione e di fratellanza. Nessuno si serve per primo. Il cibo viene sempre offerto a chi siede accanto. E non è un gesto falso. Mangiamo pizza e focaccia. Beviamo birra, aranciata e acqua. Offre Rosanna festeggia il suo compleanno. Per lei, da parte di tutti, in regalo cioccolatini e sorrisi. Dalla televisione bimbi che cantano e i loro genitori che piangono. Lacrime di fiction che qui non interessano a nessuno. Qui quando si piange è per altri motivi. Prima di andare a letto il rito del «lavaggio serale» e del «pigiama per tutti». Nessuno escluso. Anche i più riottosi. Poi la notte, ogni notte, è sempre una esperienza nuova. Tutta da vivere. La sveglia è alle sette per gli ospiti. I volontari, se dormono, alle sei già trottano. Bisogna preparare la colazione. La domenica vi è il rito dei cornetti. Caldi, vuoti e con la crema. Prima di mettersi a tavola tutti devono essere lindi e pinti. profumati. Ro s a , con la sua mantellina da nonnina, arriva accompagnata da Antonella Corvasce. Sistema la tazza Maddalena e chiacchiera con Valentina Lombardi. Con la cannuccia beve il latte Maria Grazia e racconta del suo corso per informatica a Liana Fonsmorti e Antonella Tupputi. Ang elo e Mimmo iniziano a fare amicizia. E non si inizia se Ciccio non prega. «Dalla parte nostra abbiamo la Fede, la perseveranza e la pazienza», sottolinea don Angelo Dipasquale. Il pulmino per andare a messa è arrivato. Dall’alto del campanile della chiesa di San Bendetto, l’ Angelo della Luce del maestro Ernesto Lamagna benedice la grande famiglia della solidarietà.
Mercoledì 13 Gennaio 2010, 14:29
02 Febbraio 2016, 21:15
di GIUSEPPE DIMICCOLI
BARLETTA - I pannolini sono diventati pannoloni. Ieri notte non ho cambiato i mei bambini ci ha pensato mia moglie. Io ho osservato, e fatto quel poco che potevo, come cambiavano Ciccio. Un disabile grave, intronato sulla sedia a rotelle, letteralmente salvato dalla bontà e dalla solidarietà della grande famiglia della «Casa Famiglia». Buonanotte da questa isola felice di Barletta, in via Regina Margherita. Qui gli unici confini sono la condivisione della sofferenza e l’assistenza verso chi soffre. Insomma, verso tutte quelle persone che non hanno proprio nessuno e magari non riescono nemmeno a salutare con le mani. Attenti, però, il vostro sonno deve essere leggero. Di notte, ed è capitato, gli ospiti suonano il campanello. In un battibaleno bisogna essere da loro. Sorridenti. Capita anche cinque o sei volte durante la notte. E i volontari che prestano la loro opera lo sanno bene e sono felici. Ora ci sono sei ospiti ma capita, frequentemente, che si arrivi a numeri con due cifre. Il presidente dell’Unitalsi cittadina, Cosimo Cilli, mostra «la camera del volontario». Un luogo con tanto di monitor per individuare chi chiede aiuto al piano terra. La cena è un momento di unione e di fratellanza. Nessuno si serve per primo. Il cibo viene sempre offerto a chi siede accanto. E non è un gesto falso. Mangiamo pizza e focaccia. Beviamo birra, aranciata e acqua. Offre Rosanna festeggia il suo compleanno. Per lei, da parte di tutti, in regalo cioccolatini e sorrisi. Dalla televisione bimbi che cantano e i loro genitori che piangono. Lacrime di fiction che qui non interessano a nessuno. Qui quando si piange è per altri motivi. Prima di andare a letto il rito del «lavaggio serale» e del «pigiama per tutti». Nessuno escluso. Anche i più riottosi. Poi la notte, ogni notte, è sempre una esperienza nuova. Tutta da vivere. La sveglia è alle sette per gli ospiti. I volontari, se dormono, alle sei già trottano. Bisogna preparare la colazione. La domenica vi è il rito dei cornetti. Caldi, vuoti e con la crema. Prima di mettersi a tavola tutti devono essere lindi e pinti. profumati. Ro s a , con la sua mantellina da nonnina, arriva accompagnata da Antonella Corvasce. Sistema la tazza Maddalena e chiacchiera con Valentina Lombardi. Con la cannuccia beve il latte Maria Grazia e racconta del suo corso per informatica a Liana Fonsmorti e Antonella Tupputi. Ang elo e Mimmo iniziano a fare amicizia. E non si inizia se Ciccio non prega. «Dalla parte nostra abbiamo la Fede, la perseveranza e la pazienza», sottolinea don Angelo Dipasquale. Il pulmino per andare a messa è arrivato. Dall’alto del campanile della chiesa di San Bendetto, l’ Angelo della Luce del maestro Ernesto Lamagna benedice la grande famiglia della solidarietà.
BARLETTA - I pannolini sono diventati pannoloni. Ieri notte non ho cambiato i mei bambini ci ha pensato mia moglie. Io ho osservato, e fatto quel poco che potevo, come cambiavano Ciccio. Un disabile grave, intronato sulla sedia a rotelle, letteralmente salvato dalla bontà e dalla solidarietà della grande famiglia della «Casa Famiglia». Buonanotte da questa isola felice di Barletta, in via Regina Margherita. Qui gli unici confini sono la condivisione della sofferenza e l’assistenza verso chi soffre. Insomma, verso tutte quelle persone che non hanno proprio nessuno e magari non riescono nemmeno a salutare con le mani. Attenti, però, il vostro sonno deve essere leggero. Di notte, ed è capitato, gli ospiti suonano il campanello. In un battibaleno bisogna essere da loro. Sorridenti. Capita anche cinque o sei volte durante la notte. E i volontari che prestano la loro opera lo sanno bene e sono felici. Ora ci sono sei ospiti ma capita, frequentemente, che si arrivi a numeri con due cifre. Il presidente dell’Unitalsi cittadina, Cosimo Cilli, mostra «la camera del volontario». Un luogo con tanto di monitor per individuare chi chiede aiuto al piano terra. La cena è un momento di unione e di fratellanza. Nessuno si serve per primo. Il cibo viene sempre offerto a chi siede accanto. E non è un gesto falso. Mangiamo pizza e focaccia. Beviamo birra, aranciata e acqua. Offre Rosanna festeggia il suo compleanno. Per lei, da parte di tutti, in regalo cioccolatini e sorrisi. Dalla televisione bimbi che cantano e i loro genitori che piangono. Lacrime di fiction che qui non interessano a nessuno. Qui quando si piange è per altri motivi. Prima di andare a letto il rito del «lavaggio serale» e del «pigiama per tutti». Nessuno escluso. Anche i più riottosi. Poi la notte, ogni notte, è sempre una esperienza nuova. Tutta da vivere. La sveglia è alle sette per gli ospiti. I volontari, se dormono, alle sei già trottano. Bisogna preparare la colazione. La domenica vi è il rito dei cornetti. Caldi, vuoti e con la crema. Prima di mettersi a tavola tutti devono essere lindi e pinti. profumati. Ro s a , con la sua mantellina da nonnina, arriva accompagnata da Antonella Corvasce. Sistema la tazza Maddalena e chiacchiera con Valentina Lombardi. Con la cannuccia beve il latte Maria Grazia e racconta del suo corso per informatica a Liana Fonsmorti e Antonella Tupputi. Ang elo e Mimmo iniziano a fare amicizia. E non si inizia se Ciccio non prega. «Dalla parte nostra abbiamo la Fede, la perseveranza e la pazienza», sottolinea don Angelo Dipasquale. Il pulmino per andare a messa è arrivato. Dall’alto del campanile della chiesa di San Bendetto, l’ Angelo della Luce del maestro Ernesto Lamagna benedice la grande famiglia della solidarietà.
















