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Boom delle firme contro l’Autonomia, la Puglia quinta in Italia per sottoscrizioni

 
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Boom delle firme contro l’Autonomia, la Puglia quinta in Italia per sottoscrizioni

Dopo Emiliano, anche Todde (Sardegna) impugna la legge Calderoli davanti alla Consulta

Giovedì 08 Agosto 2024, 10:30

ROMA - Quante sono, e come sono distribuite regione per regione, le firme accertate per il referendum abrogativo della legge Calderoli sull’autonomia differenziata? Ecco un conteggio elaborato dall’Adnkronos e fornito dal Coordinamento per la Democrazia Costituzionale che, con il giurista Massimo Villone presidente e Alfiero Grandi vicepresidente, monitora costantemente i dati inviati dai Comitati locali all’organizzazione. La Puglia è la quinta regione italiana per sottoscrizioni raccolte.

AL NORD Valle d’Aosta 403, 0,09%; Piemonte 21467, 5,33%; Liguria 7714, 1,74%; Lombardia, 48661, 11,0%; Trentino-Alto Adige, 2808, 0,63%; Veneto 16085, 3,63%; Friuli-Venezia Giulia 4341, 0,98%; Emilia Romagna 27762, 6,26%. Totale al Nord d’ Italia: 129.241 firme, 29,16%.

Al CENTRO Toscana 25382, 5,73%; Umbria, 5658, 1,28%; Marche 7506, 1,69%; Lazio, 52539, 11,85%. Totale al Centro Italia: 91085, 20,55%.

Al SUD Abruzzo 8961, 2,02%; Molise 2950, 0,67%; Campania 85963, 19,39%; Puglia 39927, 9,01%; Basilicata 6576, 1,48%; Calabria 23889, 5,39%; Sicilia 41485, 9,36%; Sar

degna 13177, 2,97%. Totale al Sud d’Italia e Isole 222.928, 50,29%.

Totale complessivo dei voti in tutta la Penisola esaminati al 6 agosto 2024: 443.254.

Intanto dopo la Puglia apripista, anche la Sardegna impugna la legge Calderoli: «Su proposta della presidente della regione, Alessandra Todde, la giunta ha deliberato di ricorrere davanti alla Corte Costituzionale per l’impugnazione della legge sulla autonomia differenziata e ha affidato l’incarico ai professionisti Omar Chessa, Andrea Deffenu e Antonio Saitta, per la predisposizione del ricorso davanti alla Consulta».

«Meloni ha una maggioranza che si fa una guerra quotidiana strisciante ma per tentare di compattarla attacca l’opposizione e forza la mano su tutto. Lo sfascia carceri che oggi diventa legge con l’ennesimo voto di fiducia. La brutta pagina scritta oggi sulla Rgs che, con le parole di Giorgetti, diventa un ufficio di staff del governo di destra. L’occupazione delle istituzioni da parte della destra ad ogni livello, i presidenti dei due rami del Parlamento che indicano i capigruppo dei gruppi delle opposizioni come componenti di una Bicamerale vergognosa sul Covid (pur di assecondare la foga no vax del governo), i condoni per i furbi che aumentano di mese in mese, la certificazione avvenuta in aula dell’aumento delle tasse per tutti, in particolare per lavoratori dipendenti e pensionati»: questo l’affondo del presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia all’assemblea del gruppo del Pd prima della pausa estiva. «Ora abbiamo davanti la nostra estate militante, e poi ci prepareremo a un autunno politico intenso e caldo. Credo che il nostro lavoro in Senato sia stato importante: le battaglie su premierato e autonomia, sul salario minimo, le oltre 750 interrogazioni presentate, i nostri ddl hanno messo in difficoltà la destra e il governo. Alla ripresa continueremo il nostro lavoro convinti che il governo Meloni possa essere messo in difficoltà, viste le loro divisioni e la loro incapacità di governare» conclude Boccia.
Sul fronte del centrodestra si registra infine la presa di posizione del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani: «Non posso che confermare la disponibilità da parte del governo al massimo ascolto di tutti i rappresentanti delle autonomie che hanno manifestato preoccupazioni, tanto di coloro che hanno fatto riferimento all’esigenza che vengono periodicamente determinati i Lep prima di poter dare avvio a qualsiasi tipo di negoziato, quanto di coloro che hanno manifestato la preoccupazione diametralmente opposta per eventuali rallentamenti dei negoziati relativi a materie diverse da quelli riferibili ai Lep». Il componente del governo Meloni è intervenuto al question time in Aula alla Camera, rispondendo a un’interrogazione del M5S sugli intendimenti in ordine alla sospensione dei negoziati con le regioni interessate a forme di autonomia differenziata, nelle more della definizione dei Lep e del relativo finanziamento». «La legge di attuazione consente l’avvio, fin da subito, dei negoziati con le Regioni e il governo intende procedere lungo questa strada appena segnata dal legislatore», ha concluso Ciriani, esponente meloniano.

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