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Sempre più spiagge-discarica sulle coste di Puglia e Basilicata

 
Gianpaolo Balsamo

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Gianpaolo Balsamo

Sempre più spiagge-discarica sulle coste di Puglia e Basilicata

La maggior parte dei rifiuti sono mozziconi, plastica e scarti edili. Legambiente ha monitorato 33 arenili (6 pugliesi e lucani)

Martedì 07 Maggio 2024, 12:56

Le spiagge pugliesi e lucane sono sempre più ricettacoli di rifiuti, in buona parte costituiti da plastica e oggetti monouso, e quel che è più grave che gran parte di questi oggetti (dalle bottiglie ai contenitori e tappi di plastica, dai mozziconi di sigaretta ai calcinacci e ai frammenti di vetro, per arrivare a dischetti, guanti e mascherine, imballaggi e reti) finiscono poi in mare diventando un pericolo mortale per molti animali e fonte di inquinamento per i fondali.

L’immondezzaio sulle spiagge italiane, purtroppo, cresce di proporzioni ogni anno di più: una media di 705 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia lineare e quasi l’80% è plastica con un andamento dal 2014 ad oggi che non sembra mostrare segni di riduzione importanti, rappresentando mediamente circa il 50% dei rifiuti ritrovati, secondo i dati raccolti dai nostri volontari.

Sugli arenili si trova di tutto e, purtroppo, a due anni dall’entrata in vigore della direttiva europea Sup (Single use plastics) che si pone come obiettivo quello di ridurre l’uso della plastica monouso, non biodegradabile e non compostabile, non si nota ancora un’inversione di tendenza sul ritrovamento dei rifiuti in plastica monouso.

Secondo il rapporto «Beach Litter» di Legambiente (che si basa su un’analisi di rifiuti spiaggiati raccolti e catalogati dall’associazione ambientalista), ai primi cinque posti della classifica delle tipologie di rifiuti raccolti figurano in testa i mozziconi di sigaretta, 3.338 quelli raccolti (14,4% rispetto al totale), per una media di 101 cicche su 100 metri di spiaggia.

A seguire 2.195 (9,4%) oggetti e frammenti di plastica di grandezza tra i 2,5 e i 50 cm, 1.566 (6,7%) di tappi e coperchi. Al quarto posto i materiali da costruzione con il 5,5% e al quinto le stoviglie usa e getta in plastica (4,2%). Il podio dei materiali più diffusi sulle spiagge monitorate resta sempre la plastica con il 79,7% degli oggetti rinvenuti. Segue il vetro/ceramica con il 6,6%, il metallo presente per il 4,5% e carta/cartone con il 2,9%.

È questo uno dei risultati del monitoraggio 2024 fatto da Legambiente su 33 spiagge di 12 regioni della Penisola, per un totale di 179nila metri quadri monitorati e dove sono stati raccolti e catalogati 23.259 rifiuti. In Puglia sono finiti sotto osservazione le spiagge libere di Monopoli, sulla Strada del Baraccone (Bari), di Torre Lapillo a Porto Cesareo nel Salento e di San Pietro a Manduria nel Tarantino. In Basilicata, invece, sono state rastrellate le spiagge di Macarro a Maratea nel Potentino e quella di Lido Policoro.

All'argomento è dedicata dal 10 al 12 maggio la campagna di Legambiente per il monitoraggio e alla pulizia dei rifiuti abbandonati su spiagge e arenili, «Spiagge e Fondali Puliti 2024» per sensibilizzare le persone sul problema della dispersione dei rifiuti in mare e lungo le coste (marine litter) e sul corretto smaltimento dei rifiuti. «Spiagge Pulite? Pinzaci tu!» è lo slogan dell'edizione 2024.

«Spiagge e fondali sono un bene comune ostaggio di rifiuti frutto della disattenzione, della superficialità è spesso anche del dolo. Legambiente anche quest'anno sarà impegnata in una massiccia campagna di monitoraggio e raccolta mettendo in movimento i volontari sul territorio regionale e avviando una massiccia attività di sensibilizzazione», ha commentato Daniela Salzedo, presidente di Presidente Legambiente Puglia.

E anche nel Tacco d’Italia, così come in Basilicata, ci sarà una vera e propria mobilitazione pubblica per liberare i tratti costieri dai rifiuti che rimangono un problema ambientale crescente, un rischio concreto per la fauna marina e costiera e anche un deterrente per il valore turistico dei luoghi.

«Le attività che caratterizzano la campagna Spiagge e Fondali Puliti offrono a tutti un esempio concreto su come anche i piccoli gesti possano generare un messaggio tanto potente quanto spesso disatteso: la natura è casa nostra, bisogna prendersene cura», ha spiegato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente.

«I dati raccolti nella nostra annuale indagine sull’inquinamento di spiagge e arenili dovuto all’abbandono di rifiuti - conclude il referente nazionale dell’associazione del cigno verde - confermano quanto ancora siano necessarie le campagne di pulizia collettiva, visto il tendenziale aumento dei rifiuti dispersi nell’ambiente legato al consumo di cibo».

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